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Caro Delrio, sicuro di volere il Bundesrat?

“Il Senato diventerà come in Germania”, ha spiegato il sottosegretario Graziano Delrio a Che tempo che fa. Analizzando però il funzionamento del Bundesrat, si rileva che è molto diverso dal Senato delle autonomie presentato da Matteo Renzi.

Come chiarisce una scheda tecnica della regione Veneto, a Berlino la camera alta è lo snodo istituzionale e chiave di volta di tutto il sistema federale.
Ciò significa che tutte le leggi che incidono in qualche modo sul patto federale, cioè sul contratto istituzionale tra Bund e Länder, e sulla vita dei Länder passano attaverso il Bundesrat.

Inoltre esso può opporsi alle altre leggi approvate dal Bundestag, la camera bassa composta da 631 deputati, chiedendo a quest’ultimo una nuova deliberazione. Ne consegue che il Bundestag non può deliberare definitivamente senza l’assenso del Bundesrat su circa la metà delle leggi che approva.

Il Bundesrat ha poi diritto di iniziativa legislativa, concreto e non solo teorico, dal momento che circa un terzo dei progetti presentati dal Bundesrat diventa legge federale. E Il Governo federale ha il dovere di presentarsi al Bundesrat ogni volta che ne sia richiesto.

Nulla a che vedere dunque con il ridimensionamento renziano del Senato che non avrà più potere legislativo. Il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri prevede solamente la possibilità di proporre modifiche ai testi di legge in alcune materie, tra cui le norme generali sul governo del territorio, le competenze legislative divise tra Stato e Regioni, la ratifica dei trattati Ue. Ma garantisce anche che la Camera con maggioranza assoluta dei suoi componenti possa ignorare tali proposte.

Per quanto riguarda la composizione poi, Il Bundesrat è formata unicamente dai rappresentanti dei Länder. Ogni Land è rappresentato da un numero di delegati determinato sulla base del numero dei suoi abitanti. Ogni Land può avere da un minimo di 3 ad un massimo di 6 delegati per un totale di 69 delegati totali. Nel Senato di Renzi invece oltre ai sei rappresentanti per ogni regione, si contano anche 21 senatori speciali, nominati dal capo dello Stato per altissimi meriti nel campo sociale, artistico, letterario e scientifico, gli attuali senatori a vita e gli ex presidenti della Repubblica anche se, come fa notare il costituzionalista Vincenzo Lippolis, poco c’azzeccano con una camera intesa come rappresentanza delle istituzioni territoriali.


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