Grandi preparativi in vista delle Europee che, come sottolinea l’istituto di statistica Lorien Consulting, si apprestano a essere un test per gli equilibri politici. I partiti italiani stanno lavorando su slogan e simboli che in alcuni casi sono stati già ufficializzati, in altri lo saranno a brevissimo.
Quello che si preannuncia come la vera sfida, Renzi vs. Grillo, non avrà i nomi dei due leader nei rispettivi simboli. Nonostante Pd e M5S appaiano sempre più come partiti personalistici, l’idea, per ora, è quella di spersonalizzarli almeno nei loghi. Pd e M5S confermano i loro simboli storici, anche se per i democratici si aggiunge il riferimento al Pse. E mentre la campagna di Grillo si preannuncia tutta giocata sul “no euro”, a partire dal suo tour “Ve la do io l’Europa”, il presidente del Consiglio insieme a Proforma sta per lanciare una campagna con al centro gli iscritti del Pd. “Lo chiede Chiara, Marco, Giovanni”, non più l’Europa.
Il partito personalistico per eccellenza, Forza Italia, si aggrappa al suo leader nonostante l’incandidabilità e lo piazza ben evidente in una scritta azzurra sotto il simbolo. E se anche Alfano compare nel simbolo di Ncd, Scelta civica sostituisce il nome di Monti con “Per l’Europa”.
C’è poi chi si affida all’appeal di simboli storici come lo scudo crociato per la lista Udc-Popolari e Alleanza nazionale per Fratelli d’Italia. La Lega abbandona il suo ritornello storico “Padania” per fare spazio al nuovo refrain: “Basta euro”.
Le liste minori come Alde e Tsipras scommettono sull’orizzonte europeo mettendo i rispettivi leader di riferimento, Guy Verhofstadt e Alexis Tsipras, nei loro loghi.
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