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Alfano, Cesa e Mauro al primo mattone della Casa dei Popolari in Italia

L’accordo siglato da Alfano (NCD) e Cesa ( UDC) al quale si è associato l’amico Mario Mauro (Popolari per l’Italia) costituisce un seppur timido passo avanti verso la ricomposizione dell’area popolare e democratico cristiana italiana.

Avremmo voluto molto di più, consapevoli che non si poteva e non si può ridurre il processo alla mera sommatoria delle componenti attualmente presenti nel parlamento nazionale.

Esistono decine e decine di gruppi, movimenti, associazioni che si ispirano ai valori dell’umanesimo cristiano con i quali l’amico Gianni Fontana, presidente dell’associazione Democrazia Cristiana, ha saputo tessere ottimi rapporti.

Con loro e con il contributo degli amici di Rinascita Popolare (Publio Fiori) e del CDU (Mario Tassone) abbiamo elaborato un’interessante piattaforma politico programmatica (tre giorni di Sant’Anselmo-3,4,5 Gennaio 2014) che potrà contribuire in maniera significativa alla prossima Camaldoli da convocare subito dopo le elezioni europee.

Un contributo importante è stato pure offerto dagli amici “Popolari per l’Italia” di Mario Mauro, Lorenzo Dellai e Andrea Olivero.

Ecco perché salutiamo con favore l’adesione che Mario Mauro ha assicurato, con la sua candidatura, nelle liste NCD-UDC.

Avremmo preferito una maggiore apertura e disponibilità da parte di Alfano e Cesa: non c’è stata e ne prendiamo atto con rammarico.

Mario Mauro ha compiuto una decisione intelligente e generosa che dovrà accompagnarsi all’annuncio pubblico del patto federativo che abbiamo condiviso con gli amici Fontana, Fiori e Tassone.

Chi avrà più filo tesserà più tela, ricordando a chi aspira alla leadership del nuovo futuro soggetto politico popolare, democratico, riformista, europeista, transnazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, che la leadership non si conquista per grazia ricevuta, né, tantomeno, con chiusure pregiudiziali e egoistiche presunzioni.

Al III° congresso nazionale di Venezia della DC (2-5 Giugno 1949) , Alcide De Gasperi, di fronte alle istanze profondamente innovatrici dei dossettiani emergenti, non si rinchiuse nella fortezza della sua solida maggioranza, ma chiese a tutti di “ mettersi alla stanga” per condurre insieme il partito.

Un insegnamento e un monito per coloro che aspirano all’eredità di quella grande storia politica.

Intanto, però, lavoriamo per sostenere questa prima tappa di un più vasto e partecipato percorso politico.

Ettore Bonalberti

www.lademocraziacristiana.it

www.insiemeweb.it

www.don-chisciotte.net



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