C’è bisogno di psicologi più che di politologi per analizzare e decrittare le convulsioni del Pd. Evidentemente è uno degli effetti indiretti del renzismo che soffia a Largo del Nazareno: servono più lettini da psicologi che analisi politiche per comprendere il pensiero e le azioni della cosiddetta minoranza del Pd che si è riunita ieri a Roma, con Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo, mentre il loro segretario, nonché premier, inaugurava la campagna elettorale del Pd per le Europee a Torino.
Ricapitoliamo: Matteo Renzi vince le primarie del Pd, stracciando il mite Cuperlo sostenuto da molti maggiorenti del Pd (mentre altri erano saliti da tempo, acutamente, sul carro, pardon, sul camper del vincitore) all’insegna di una foga rottamatoria che incanta non solo i militanti del Pd. Arrivato al Largo del Nazareno, Renzi continua a lanciare proclami rottamatori e inizia a meditare di rottamare pure il premier Enrico Letta.
Quando Renzi decide di far ruzzolare Letta da Palazzo Chigi, la direzione del Pd annuisce e tutti i maggiorenti del Pd scaricano in maniera scostumata Letta e inneggiano alle magnifiche sorti e progressive di Renzi, proclamato e acclamato premier non solo dal Pd. Ma a Largo del Nazareno conoscevano bene idee e progetti del Rottamatore: idee e progetti non proprio collimanti con quelli tradizionali della sinistra.
Eppure i Signori del Pd, avendo compreso forse che senza Renzi a Palazzo Chigi il Pd avrebbe fatto splash alle Europee, hanno mandato alla presidenza del Consiglio l’unico in grado di fronteggiare il grillismo e la sfiducia. Adesso Lorsignori dubitano e mugugnano per la riforma della legge elettorale e del Senato, per non parlare del decreto Poletti sui contratti a termine, e iniziano a fare la fronda organizzata al segretario che hanno issato a Palazzo Chigi, magari solo per convenienza e non per convinzione.
Ma i Soloni del Pd vogliono stare sul camper con ruote di bicicletta. Urgono psicologi per capire le contorsioni di Lorsignori.