Il momento è difficile, riconosce Antonio Palmieri, deputato e responsabile internet di Forza Italia. Ma il parlamentare azzurro lancia la sfida ai “gufi” e spiega come il suo partito prepara la riscossa per le Europee e un nuovo centrodestra per le Politiche.
Onorevole, domani sarà Berlusconi in persona a lanciare liste e programma per le Europee. C’è ancora una volta lui al centro della vostra campagna elettorale? Ci riuscirà con l’affidamento ai servizi sociali?
Da quello che è emerso dal Tribunale di sorveglianza direi di sì. Gli spostamenti consentiti tra la Lombardia e Roma consentiranno un certo grado di agibilità politica. Dopodiché, resta un doppio vulnus. Quello di una sentenza ingiusta all’origine che comporta un regime inaccettabile per l’attuale capo dell’opposizione italiana.
Si aspettava l’addio di volti storici del berlusconismo come Paolo Bonaiuti?
Onestamente no. Io sono tra quelli che hanno cercato di convincerlo inutilmente fino all’ultimo a non fare questo passo. Nella vita ognuno è libero di fare come crede e di risponderne alla propria coscienza. Ma certo questo gesto arriva in un momento particolare.
Che momento è per Forza Italia?
Un momento difficile come tanti ce ne sono stati in questi vent’anni. Ricordo frangenti anche peggiori come un anno e mezzo fa quando eravamo dati al 12% e poi invece abbiamo sfiorato la vittoria alle Politiche. Anche oggi reagiremo come abbiamo sempre fatto, guidati dal nostro presidente, motivati a fare una campagna generosa per le Europee. E smentiremo i tanti ‘gufi’ che ce l’hanno con Forza Italia.
A proposito di “gufi”, da esperto di comunicazione, vede un lessico e uno stile di comunicazione che avvicinano Renzi a Berlusconi?
Renzi ha studiato bene la lezione di Berlusconi. Presentare ai cittadini un programma compiuto con un linguaggio comprensibile è il nostro modello. Un modello che ha innovato profondamente la comunicazione italiana. Renzi l’ha capito.
L’asse per le riforme tra voi e Renzi regge?
L’asse regge ed è fondato sulla responsabilità, sulla comune consapevolezza che c’è l’occasione per realizzare insieme delle riforme fondamentali. Non è possibile che nel 2014 si competa ancora con la macchina istituzionale del 1948, è come se la Ferrari corresse il mondiale di Formula uno di oggi con una macchina di sessant’anni fa.
C’è lo stesso futuro per Forza Italia, Ncd e Udc?
Il punto di fondo è che sono le regole a determinare come giocano le squadre. Se dovessero prevalere l’Italicum e una logica bipolare, allora si riformerà la coalizione del centro-destra. È nella natura delle cose, anche perché il nostro elettorato è già unito.
E allora perché non correre insieme già alle Europee?
Per la ragione che spiegavo prima. Per eleggere l’europarlamento, c’è una legge che favorisce la corsa separata. Così, è evidente che in queste settimane si acuirà la polemica perché peschiamo nello stesso elettorato. Spero si possa impostare la campagna in modo diverso ma i riferimenti saranno comunque gli stessi, quelli del Ppe.
Se dovesse prevalere l’Italicum per le Politiche, pensate a una federazione o a un partito unico per il centrodestra?
Penso che l’esperienza del partito unico abbia dimostrato tutti i suoi limiti che sarebbe lungo ripercorrere qui. La cosa migliore è una forte alleanza cementata da un programma preciso e da valori comuni di fondo.
Quale programma per sommi capi?
Occorre ridurre l’invadenza dello Stato nella vita dei cittadini in tutti i campi. E poi la crisi impone di completare le riforme istituzionali, rinegoziare i trattati con l’Europa a partire dal Fiscal compact, diminuire la pressione fiscale. Basterebbe in realtà portare a compimento tutte le riforme implementate nei nostri anni di governo.
Come si risolve la questione della leadership post-Berlusconi? Con le primarie?
Berlusconi è il leader del centro-destra perché lo dicono gli elettori, e lo ripeteranno anche tra un mese, non si può prescindere dalla sua presenza. Poi vediamo quale sarà in futuro la legge elettorale, sarà la realtà alla fine a dire cosa fare.