No grazie. Sarebbe questa la risposta definitiva degli arabi di Etihad nella trattativa per acquisire circa il 40% di Alitalia. L’esito, per certi versi non del tutto a sorpresa, è annunciato oggi dal quotidiano il Messaggero. Il cronista del quotidiano romano Umberto Mancini svela infatti che per la compagnia emiratina non ci sarebbero le condizioni per entrare nel capitale della disastrata azienda italiana.
L’INDISCREZIONE DEL MESSAGGERO
Non ci sono le condizioni tecniche e politiche per l’ingresso di Etihad in Italia, scrive il quotidiano diretto da Virman Cusenza. I desiderata degli emiri, scrive Mancini sul Messaggero, non sarebbero stati accolti dagli azionisti della compagnia italiane e il governo Renzi non avrebbe fornito la copertura “politica” all’operazione di salvataggio della compagnia emiratina che per diventare socia di Alitalia prevedeva un piano di riorganizzazione aziendale con esuberi e una severa ristruttura del debito.
I MOTIVI DEL NO
Come si è arrivati alla rottura? Scrive Mancini sul sito del Mattino: “I vertici della compagnia del Golfo non avrebbero ricevuto le garanzie richieste né dal fronte governativo (rotte da Linate, collegamenti con l’Alta velocità per l’hub di Fiumicino, limitazione dei benefici delle low cost) né sul nodo esuberi (tagli strutturali di almeno 3 mila posti) né, infine, per quanto riguarda l’abbattimento del debiti da parte delle banche”.
Resta da vedere se è un no definitivo oppure un ultimatum del tipo: prendere o lasciare.