Lo danno in uscita un giorno sì e l’altro pure, dicono che tra lui e Francesco non corra proprio buon sangue. Dicono ancora che in Conclave, l’anno scorso, lui fu uno dei più decisi a negare a Bergoglio il voto fino alla fine. Da quella situazione deriverebbe l’emarginazione a favore prima di Gualtiero Bassetti, vice della Cei e neocardinale, e poi di Nunzio Galantino, da poco segretario generale dei vescovi d’Italia.
I RAPPORTI CON BERGOGLIO
Insomma, un quadro non facile per Angelo Bagnasco, ma che lui, in una lunga intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera di ieri, tenta di consegnare al libro delle fantasie: “I vescovi seguono il Papa sempre e comunque. Basta leggere quello che papa Francesco dice e scrive. Parlare di contrapposizioni è pretestuoso”. Tant’è, aggiunge, che “il prossimo 19 maggio sarà il Santo Padre a introdurre l’assemblea generale della Cei. Gliel’ho chiesto io, lui l’aveva già nel cuore, e quindi ha aderito molto volentieri”. Vero. Ma è altrettanto vero che Francesco ha per tempo fatto sapere che lui quell’introduzione l’avrebbe fatta ugualmente, un po’ come quando – un anno fa – aveva chiamato a raccolta l’episcopato italiano in san Pietro per una professione di fede preceduta da un discorsetto a braccio.
TRA LETTA E RENZI
Bagnasco ha parlato ad ampio spettro con Cazzullo, dalla politica alle sfide del futuro (della Chiesa e del Paese). Parla di Renzi, l’uomo che ha rotto l’idillio con il prediletto Letta. Renzi “cerca di muoversi con velocità, dato apprezzabile”, ma che non basta, a giudizio del presule: “Bisogna vedere se a questa buona intenzione corrisponderanno conclusioni che incidano sulla carne viva della gente, che brucia per la sofferenza del lavoro che non si trova o viene perduto, per la mancanza della casa, per le sofferenze delle famiglie”.
MESSAGGIO CRITICO VERSO RENZI
A lui manda a dire che il quoziente familiare è indispensabile, dopotutto l’ha detto anche il Papa: “Il Santo Padre ha detto che la famiglia è disprezzata e maltrattata. Aggiungerei, se posso, che è disprezzata sul piano culturale, maltrattata sul piano politico e sociale. Il numero dei figli deve pesare”. Cosa voglia dire questo in concreto, lo spiega poco dopo lo stesso Bagnasco: “Deve essere un criterio per la fiscalità, non solo con detrazioni ma anche con incentivi diretti. L’inverno demografico investe anche l’Italia”.
MACCHE’ PRIVILEGI
Cazzullo, per cercare di rendere l’intervista non solo una piaggeria, butta lì la questione (annosa e sempre attuale) dei presunti privilegi di cui godrebbero gli enti ecclesiastici, Imu e Ici. Balle, replica il capo della Cei: “La chiesa paga le imposte sugli immobili, le ha sempre pagate”. E se qualcuno si perde in croci pseudo-dorate o anelloni pesanti, è meglio che guardi altrove: “Un vescovo guadagna milletrecento euro. Il parroco e il curato ancora meno. Sono anni che non ci sono aumenti. Nessuno si lamenta, nessuno fa il martire. Diciamo che la spending review l’abbiamo già fatta”.
GRILLO E IL GRILLISMO
Se Renzi è mezzo promosso con riserva, più severo il giudizio su Grillo che se “da una parte preoccupa, dall’altra ammaestra”, dice Bagnasco, che non stigmatizza più di tanto il M5S. “Preoccupa perché è un fenomeno di rivolta, di ripulsa, di rifiuto; in sostanza, di sfiducia. Ma se una società non è tenuta insieme dalla fiducia reciproca, degenera nel tutti contro tutti. Però per chiedere fiducia occorre essere affidabili, onesti e concreti”. C’è poi la grande minaccia dalla quale tutti dovremmo guardarci, ed è quella “volontà precisa di azzeramento, di uniformità, di omogeneizzazione” che porta “a un indebolimento delle persone e delle società”.
LA SFERZATA OSCURA SUI POTERI OCCULTI
Una volontà precisa che è propria “di coloro che hanno interesse a che le società siano sempre più deboli, smarrite, quindi facili preda di interessi economici, politici, ideologici”, perché “di fronte allo smarrimento e alla debolezza, chi è più forte e ha le idee più chiare ha buon gioco”. Sono quelle forze, quei poteri occulti “economici e finanziari” che “non hanno nulla di istituzionale e nessuna legittimità democratica”.