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Chi esulta e chi borbotta per la fine della net neutrality

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STOP ALLA NEUTRALITÀ DELLA RETE La commissione delle comunicazioni Usa ha approvato le “corsie preferenziali” sul web: i gestori dei siti internet potranno pagare i provider per assicurarsi una maggiore velocità di trasferimento dei dati (Washington Post).

O quasi La decisione sarà ora sottoposta a 120 giorni di dibattito pubblico, durante i quali le associazioni in difesa dei consumatori, i pesi massimi della Silicon Valley e i giuristi democratici, che già si erano opposti alla normativa, potranno presentare le loro critiche, sulla base delle quali l’agenzia formulerà la sentenza definitiva (La Stampa).

Chi vince e chi perde In gioco per provider come AT&T, Comcast o Time Warner Cable ci sono miliardi di dollari, che arriverebbero loro per esempio da portali di streaming come Netflix i quali altrimenti subirebbero forti rallentamenti nel servizio (Mashable). La decisione penalizzerebbe anche le start-up, costrette ad affrontare alti costi d’ingresso sul mercato web (ReCode).

Restrizioni La commissione ha anche votato di limitare la quantità di frequenze acquistabili dai colossi Verizon Communications Inc and AT&T (Reuters).



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