Nonostante qualcuno si sia confuso attribuendo impropriamente il nome dell’organizzazione Boko Haram ad un capo (ad esempio l’errore di Beatrice Borromeo che ha scatenato l’ironia di Twitter), dietro il sequestro in Nigeria di più di 200 studenti lo scorso 14 aprile c’è la mente di un leader: Abubakar Muhamad Shekau.
IL PIACERE DI UCCIDERE
“Mi piace uccidere a chi Dio mi chiede di uccidere, così come mi piace uccidere polli e pecore”, ha detto in uno dei primi video postati su Youtube nel 2012. Secondo il dipartimento di Giustizia americano, Shekau potrebbe essere nato nel 1965, 1969 o 1975, in un paesino di agricoltori vicino a Niger, nello stato di Yobe, nel nordest della Nigeria. Ha studiato teologia con i religiosi locali in Maiduguri, la capitale dello Stato vicino a Borno. Lì ha conosciuto il predicatore Mohamed Yusuf, fondatore di Boko Haram, scomparso qualche anno fa. Prima della morte di Yusuf, Shekau lo accusava di essere troppo moderato.
LA VIOLENZA DI BOKO HARAM
Shekau ha deciso di far parte del movimento Boko Haram perché i giovani disoccupati vengono sedotti dalla sua denuncia dei valori occidentali, ai quali si addossa la responsabilità della povertà e dell’insicurezza della Nigeria. Secondo l’International Crisis Group (Icg) “con Shekau al comando, Boko Haram è diventato più spietato, violento e distruttivo”. Persino Ansaru, una fazione del gruppo islamista che ha rivendicato sequestri e ha eseguito esecuzioni postate su Internet, si è allontanata da Boko Haram perché non approva i massacri di Shekau”.
CONTRO LA THATCHER E PAPA GIOVANNI PAOLO II
Con Yusuf, Boko Haram era violento ma non così concentrato sull’applicazione della sharia. Con l’arrivo di Shekau al potere, gli attacchi contro la popolazione civile e cristiana hanno fatto dimenticare l’obiettivo principale: la corruzione del regime nigeriano. Gli Stati Uniti considerano Shekau un “terrorista a livello mondiale” e sono stati offerti sette milioni di dollari per la sua testa. Le autorità nigeriane lo hanno dato per morto in sette occasioni, ma ogni volta la sua minaccia si rinnovano attraverso video che smentiscono la notizia. Alcuni osservatori lo considerano così scollegato della realtà da continuare a minacciare di morte leader mondiali già scomparsi come Margaret Thatcher e Papa Giovanni Paolo II.