Torna il caos in Libia e a farlo esplodere è un generale in pensione, Khalifa Haftar, da tempo protagonista delle rivolte contro il governo di Bengasi. L’uomo che ha guidato ieri l’attacco contro le milizie islamiche a Bengasi è stata una figura chiave durante la rivoluzione contro il regime di Muammar Gheddafi.
LA BIOGRAFIA
Haftar ha 71 anni ed è in pensione dal 1987. Tra il 1978 e il 1987 ha servito l’esercito libico nel conflitto in Ciad, ma nel 1987 fu catturato nella battaglia di Wadi Doum. Gheddafi, che aveva negato la presenza delle sue truppe in Ciad, rinnegò anche i prigionieri.
GLI INIZI RIVOLUZIONARI
Così Haftar divenne nemico di Gheddafi. Ci sono alcune notizie contrastanti su dove sia stato imprigionato. Certo è che l’ex generale si è unito al Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia (Nfsl) nel 1988 e successivamente fondò il corpo militare del movimento. Secondo un’analisi del sito Middle East Institute, il Fronte ha operato in Ciad con la benedizione del presidente ciadiano Hissène Habré. Quando Habré è stato allontanato dal potere da Idriss Deby nel 1990, Haftar si è trasferito in Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo.
GLI ANNI IN AMERICA
Dopo alcuni anni Haftar si è trasferito negli Stati Uniti con alcuni combattenti. Lì è rimasto 20 anni in esilio. Quella lunga permanenza in territorio americano ha dato origine a molte speculazioni sul sostegno della Cia al movimento militare di Haftar. Altri aiuti sarebbero arrivati dall’Arabia saudita.
I LEGAMI CON LA CIA
Secondo Business Insider, Haftar viveva nella periferia di Virginia, a pochi chilometri del quartier generale della Cia a Langley, una comunità popolare perché lì vivono molti dipendenti dell’agenzia. Un rapporto del New York Times a maggio 1991 sosteneva che i militanti del Nfsl “sono stati addestrati dai funzionari dell’intelligence americana in sabotaggi e altre abilità di guerriglia in una base nei pressi di N’Djamena, la capitale del Ciad. Il piano per utilizzare gli esuli adatta perfettamente nel desiderio dell’amministrazione Reagan di rovesciare il colonnello Gheddafi”.
IL COLPO DI STATO
Nel 2011, agli inizi della rivolta contro Gheddafi, Haftar è tornato in Libia. È stato chiamato per guidare un comando di alto livello dell’esercito ribelle. Dopo la caduta del regime però non ha abbandonato l’insurrezione. Lo scorso 14 febbraio ha postato un video nel quale sostiene che “il comando nazionale dell’esercito libico sta dichiarando un movimento per una nuova road map” e proclama la sospensione del Parlamento. Il colpo di Stato è fallito e il governo ha ordinato l’arresto di Haftar, che però non è avvenuto.
L’UOMO DELLA SALVEZZA
Alcuni settori laici in Libia considerano Haftar il salvatore della patria. “L’unico uomo che può davvero mettere insieme i cocci di un paese che senza una guida forte rischia di fare la fine della Somalia”. Sulla loro pagina Facebook, i Ragazzi della Resistenza hanno scritto che “non si sa come andrà a finire o se davvero il premier, ad interim, Abdullah Al Thani manderà i suoi uomini contro i miliziani dell’Esercito Nazionale Libico, ma se questo dovesse accadere per la Libia laica significherebbe la fine di un sogno”.
Ecco il video del colpo di Stato del 14 febbraio