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Il marchio Scelta Europea non ha eccitato gli italiani. La versione del montiano Andrea Romano

La sconfitta di Scelta Europea è chiara e non permette alcuno sconto. La nostra proposta, incentrata su un europeismo coerente con l’ispirazione riformatrice di Mario Monti e unita ai contributi di Centro Democratico e Fare per Fermare il Declino, non ha guadagnato spazio sufficiente all’interno di una contesa elettorale dominata dallo scontro tra la furia distruttrice di Beppe Grillo e la forza della novità incarnata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ha certamente pesato negativamente la novità del marchio “Scelta Europea”, così come la difficoltà di ribadire il valore di un progetto che era nato in un contesto storico e politico ormai lontanissimo da quello nel quale ci muoviamo oggi.

D’altra parte non si può nascondere la soddisfazione per la nettezza con la quale l’elettorato ha respinto i progetti distruttivi del Movimento Cinque Stelle e la sua minaccia di un’apocalisse da infliggere a tutti gli italiani.

I valori di Scelta Civica, quelli per i quali nel 2013 siamo stati eletti in Parlamento per rappresentare la nazione, vivono nell’azione di un governo riformatore che esce molto rafforzato dal voto e che dovrà procedere ancora più speditamente nell’azione di profondo cambiamento del paese.

Sarà compito di tutti i deputati e senatori di Scelta Civica, insieme alla nostra rappresentanza al governo, contribuire a questa azione con il rigore e la competenza che sono alla base del nostro lavoro e vigilare sulla coerenza delle riforme che saranno realizzate.

Da oggi si apre una riflessione sul futuro di Scelta Civica che dovrà essere libera e priva di qualunque inibizione, come si addice ad un movimento senza padroni che è nato con lo scopo di dare rappresentanza ad un’opinione pubblica liberale e riformatrice che certamente non scompare dalla mappa politica e culturale italiana.


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