Il vero problema è quello di cercare quello che unisce e non quello che divide.
Credo che io (che ho ormai 83 anni passati) abbia sempre cercato di trovare punti di accordo per sfatare quella maledizione cantata da Mameli, che pochi italiani ricordano.
Mameli diceva:
“Noi siamo da secoli –
calpesti e derisi –
perché non siam popolo –
perché siam divisi”.
E ci sono delle cose sulle quali tutti ci si deve accordare e sono: quelle che tendono al bene comune di tutta la popolazione. Poi ci possono essere delle differenze su come arrivare a servire meglio il popolo che desidera dalla classe dirigente il “maggiore possibile benessere con il minimo del costo”.
Io sono così anziano da ricordare che
un grande partito Cattolico (DC)
un partito laico (PRI)
un partito socialdemocratico (PSDI)
un partito liberale (PLI)
hanno fatto dell’Italia, uscita distrutta da una guerra orribile, una grande nazione.
Poi i politici hanno dimenticato che, in democrazia, la “politica è al servizio del popolo, non il popolo al servizio della politica”.
E allora il componente di un partito che ha ideologie diverse dalle mie, non è un possibile alleato per il raggiungimento del BENE COMUNE.
Diventa un concorrente che vuole avere più spazio per profittare della greppia del pubblico denaro col quale arricchirsi.
E non è più un avversario col quale confrontarsi per trovare il miglior accordo.
E’ il nemico da distruggere.
Ma gli italiani sono un grande popolo e dovrebbero fare
“LA LEOPOLDA DELLA DEMOCRAZIA”.