Ammazza che bella e appassionante discussione nei mogi partiti di centrodestra, a parte la ringalluzzita Lega.
Dunque, se abbiamo capito bene, in Forza Italia si aspetta che passi la nottata, l’ennesima. E così, mentre Marina Berlusconi preferisce non impantanarsi nel 16% e passa come base di consensi, tra i berlusconiani circola una ben poco repressa soddisfazione per il magro risultato del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, in vita in Europa grazie all’Udc. Ma il cuore del dibattito in Forza Italia sembra questo: primarie sì o no? E per fare cosa? Raffaele Fitto, il mister preferenze tra gli azzurri, scalpita, anche Maria Stella Gelmini caldeggia le primarie, tutti gli altri nicchiano: evidentemente il contatto con la base li infastidisce.
Ma che programma deve avere la (da poco) rinata Forza Italia? Si continuerà a puntare su dentiere gratis, spese veterinarie rimborsabili e aumento delle pensioni? Non proprio progetti riformatori e liberali, parrebbe. Ha idee più solide Antonio Tajani, che oggi invita a parlare di temi che interessano ai professionisti, alle piccole imprese, ai manager, alle famiglie. E per fortuna c’è Libero, che col direttore Maurizio Belpietro elenca le idee da cui ripartire dopo la batosta e titola in prima pagina: “Manifesto per il centrodestra”. Ovvero: burocrazia (via tre leggi su quattro), fisco (tre aliquote), lavoro (libertà di assumere e licenziare con indennizzi), giustizia (carriere separate).
Ben detto. Eppure nei movimenti di centrodestra continuano a prevalere discussioni verticistiche, su organigrammi e poltrone. Così si apprende che nel Nuovo Centrodestra si valuta chi dei ministri deve restare al governo, chi deve andare a Strasburgo e chi deve guidare il partito. Ottimo: ma si vuole continuare a coltivare il proprio orticello, vivo e vegeto anche grazie all’Udc, oppure è preferibile pensare in grande?
Cioè: vogliamo continuare a guerreggiare fra Toti e Alfano, fra Capezzone e Formigoni, tra Meloni e Salvini?
Per questo, nel nostro piccolo, abbiamo avanzato una proposta semplice semplice (dunque difficile da realizzare…): una Leopolda di centrodestra. Sì, una Leopolda in stile renziano alla quale, come dice provocatoriamente ma forse non troppo Daniele Bellasio del Sole, anche Silvio Berlusconi magari vorrebbe partecipare per offrire consigli e scaldare gli animi.
Sì, una Leopolda senza obiettivi precostituiti, senza organizzatori ufficiali e primogeniture fasulle. Ma una Leopolda di centrodestra che possa individuare nuove sfide e nuovi obiettivi per un movimento unitario di popolari e liberali, e magari per selezionare e forgiare nuove leadership.
Che dite?
Ecco tutti gli approfondimenti di Formiche.net sul centrodestra che sarà:
Perché Forza Italia deve scegliere tra Alfano e Salvini. Parla Emanuele Macaluso. L’intervista di Edoardo Petti
Il Centrodestra non è stato sconfitto perché non esiste. Il commento di Gianfranco Morra
Serve una Leopolda di centrodestra. L’intervento di Lorenzo Castellani
Viaggio tra i masochisti di Centrodestra. Il corsivo del direttore di Formiche.net, Michele Arnese
Un paio di risposte alle obiezioni sulla Leopolda di centrodestra. Di Lorenzo Castellani
Leopolda, perché si e perché no. Il post di Marcel Vulpis
Meglio una Leopolda della democrazia. Il post di Carlo Violati
Una Leopolda serve ai Liberali. Il post di Piero Cecchinato
Una stazione di partenza per la destra. Il post di Giuseppe Tatarella
INTERVISTE
Ecco tutti i travagli del centrodestra e i possibili rimedi. Parla il politologo Francesco Perfetti
Vi spiego perché una Leopolda in stile renziano è impossibile per il centrodestra. Intervista a Massimo Cacciari
Forza Italia scelga tra Alfano e Salvini. Parla Emanuele Macaluso
ANALISI
Come costruire un nuovo Centrodestra. L’intervento di Carlo Costalli
Il centrodestra non è stato sconfitto perché non esiste… Il commento di Gianfranco Morra