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Prima di una Leopolda di Centrodestra serve l’unità dei Popolari

camaldoli

Il dibattito che si è aperto dopo la grave sconfitta del centro-destra alle elezioni europee interessa  tutte le formazioni che, a diverso titolo, si ispirano ai valori e rappresentano gli interessi dell’area popolare e liberale. Sono state sin qui avanzate diverse proposte, tanto all’interno di Forza Italia, con il dibattito tra introduzione delle primarie (tesi Fitto) o continuità della leadership berlusconiana, che nel NCD, dove si gioca la leadership tra due diverse sensibilità e, forse, strategie politiche, tra Angelino Alfano e Maurizio Lupi.

Anche nell’UDC continua lo scontro, accesosi al congresso, tra fautori di una presa di distanza da Berlusconi e amici di Casini più interessati a una ripresa di rapporti con Forza Italia, così come tra i Popolari di Mario Mauro, è aperto il confronto tra la tesi di Dellai e Olivero più disponibili a un rapporto di favore a sinistra con il PD di Renzi, e quella di Mario Mauro aperta all’idea di Alfano per la costruzione di una più vasta area di matrice popolare collegata e direttamente collegabile al PPE.

Vi è, poi, in campo la rinnovata proposta di Corrado Passera contraria all’idea di una confederazione di liberali e popolari, alternativa al blocco politico elettorale sin qui egemonizzato da Berlusconi, quanto interessata alla costruzione di un nuovo soggetto politico in grado di riunificare la vasta area moderata degli italiani.

Nelle crepe che sembrano aprirsi in casa berlusconiana si insinua l’azione efficace e costante della rinnovata Lega di Salvini, le cui indicazioni, su diversi temi, sono, tuttavia, difficilmente  compatibili con le culture di ispirazione popolare ispirate ai valori dell’umanesimo cristiano.

Resta infine la galassia degli ex DC, cui apparteniamo anche noi “DC non pentiti”, che, dopo lo stop giudiziale del tribunale di Roma contro le modalità di convocazione del XVIII Congresso nazionale del partito nel novembre 2012, si sono riuniti nell’associazione Democrazia Cristiana presieduta dall’On Gianni Fontana e che sono convocati Sabato 7 Giugno a Roma per decidere se e cosa fare nella nuova situazione politica determinatasi dopo il voto europeo.

Personalmente ho tentato di offrire un’interpretazione di tipo strutturale a quel risultato elettorale, che sembrerebbe contrastare nettamente con la situazione di forte disagio e di grave crisi economia, sociale, occupazionale, culturale e morale che attraversa tutta l’Italia.

Una crisi che sarebbe potuta sfociare in aperto ribellismo sociale e in un voto di protesta generalizzato, mentre, invece, ha, almeno sin qui, trovato rifugio in un voto per la speranza e per il desiderio di “un progresso e di riforme senza avventure” ben rappresentato da Renzi e dalla sua squadra di giovani rampanti.

Quasi  tutte le indicazioni  di voto espresse dalle forze di ispirazione popolare e liberale, sono sembrate assai carenti sul piano delle proposte politico-programmatiche e congiunte alle loro divisioni e al timore dell’avventura grillina, hanno finito con il favorire il trasferimento di consensi moderati sulle liste del PD.

Per quanto abbiamo potuto registrare dall’esame dei diversi magri documenti, solo dalla tre giorni di studio al convento di Sant’Anselmo di Roma a Gennaio dell’Associazione Democrazia Cristiana, sono emerse alcune proposte organiche tanto sul versante delle riforme istituzionali che su quelle di politica estera,  economica, finanziaria, educativa, scolastica, sociale e del lavoro.

Indicazioni e proposte che erano state condivise dagli amici dei Popolari di Mauro, del CDU di Tassone e di altre numerose associazioni e gruppi di ispirazione popolare e democratico cristiana,  e riassunte nelle proposte di patto federativo pre-elettorale, miseramente fallito per il prevalere di vecchie logiche e di insensati egoismi che non abbiamo mancato di denunciare prima del voto europeo.

Da quelle proposte, credo che si potrebbe ripartire per non disperdere quanto di positivo si è sin qui elaborato, avendo consapevolezza che la nostra prospettiva, al di là delle possibili opzioni sulle alleanze di governo necessarie per superare l’emergenza italiana, non potrà che essere alternativa sul piano dei valori, prima ancora che su quello degli interessi, da ciò che oggi è rappresentato in Italia dal “renzismo” del PD, stabilmente inserito nell’area del PSE in Europa.

Prima di qualsiasi “Leopolda del centro-destra”, così come è stata provocatoriamente e tempestivamente indicata dagli amici di Formiche.net, serve ricostruire l’unità dei Popolari, da realizzare partendo da quanti condividono la prospettiva della nascita di un nuovo soggetto politico popolare e democratico, laico, riformista, europeista e transnazionale ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano.

Prima della “Leopolda dei liberali e dei popolari” serve una nuova Camaldoli dalla quale far emergere le proposte migliori che i cattolici e i laici cristianamente ispirati sono in grado di avanzare in alternativa alle logiche della finanza e del turbo capitalismo oggi imperanti a livello internazionale ed europeo.

Credo servirà un lavoro di lungo periodo attraverso il quale, al di là e al di sopra delle ambizioni dei vecchi e consumati attori di una diversa e ormai conclusa fase politica, dovranno emergere nuove leadership cui affidare il compito di confrontarsi con il giovanilismo del leader fiorentino.

Unica variabile da tenere presente, il possibile desiderio di Renzi di un anticipo del voto politico, forte anche della recente sentenza della Cassazione n.8878/14 del 4 aprile 2014 secondo cui, a conferma della precedente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il “porcellum”, si deve tornare a votare, considerato che l’attuale Parlamento “non ha alcuna legittimazione democratica per apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per modificare la legge elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale.

In quel caso e a maggior ragione, l’unità dei popolari, costruita su una seria piattaforma di valori e politico programmatica, sarà indispensabile per offrire all’Italia una diversa e più coesa prospettiva politica.

Ettore Bonalberti
www.lademocraziacristiana.it
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net


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