Nessuna bacchettata. Al massimo un buffetto. La Commissione Ue ha stilato la pagella sui Paesi Europei e per l’Italia ha fornito una serie di ‘’raccomandazioni’’ che appaiono quelle, comprensive, fatte dalla mamma al figlio che sta andando a scuola.
Le previsioni fatte, ci dice l’Ue, sono basate su conti un po’ ottimistici. E anche le misure che saranno prese in futuro, al momento, sono piuttosto imprecise. Ma l’Italia, alla quale vengono riconosciuti i molti sforzi fatti, deve proseguire sul cammino della crescita e dei conti in ordine. Il concetto chiave è: il paese ‘’mantenga il ritmo’’ delle correzioni previste.
I commissari Ue hanno chiesto il rispetto degli impegni presi, che talvolta coincidono proprio con il programma di governo dell’Italia. A sbilanciarsi di più è il commissario Olli Rehn che ricorda come ‘’rinviare gli obiettivi non pone l’Italia in una buona posizione’’: per continuare con la similitudine della mamma e dello studente è come se gli dicesse, mi raccomando non distrarti lungo la strada altrimenti arrivi tardi a scuola.
Le misure chieste all’Italia, di fatto, sono tutte già in cantiere. Viene quasi da sorridere nel sentirle elencare. A cominciare dagli interventi di correzione da prendere già nel 2014 sul 2015: la commissione indica una differenza di stime di 0,6 punti rispetto a quelle del governo: richiederebbero un intervento di 9 miliardi e servirebbero a centrare il pareggio di bilancio. Ma il governo già aveva programmato misure per circa la metà quando a marzo ha diffuso il Def e Renzi spera nello stellone della ripresa. In ogni caso ha preannunciato interventi di spending review ben più alti, in grado di sostenere gli interventi.
Al Governo si chiede anche di finanziare il bonus da 80 euro e il calo dell’Irap per il 2015. Una raccomandazione che certo non dispiacerà a Renzi, che già l’ha promessa in campagna elettorale. Viene quindi chiesto di attuare rapidamente la riforma fiscale, partendo dal Catasto: tutte norme previste da una legge delega già approvata, che saranno le prossime ad arrivare in Consiglio dei Ministri. Poi – tra i suggerimenti – c’è quello di semplificare il fisco, cambiare la tassazione sulla benzina, spostare il peso delle tasse dal lavoro ai consumi e alle case.
Tutte cose in cantiere, o addirittura già fatte. La commissione Ue chiede all’Italia anche di spendere meglio i fondi europei per rilanciare gli investimenti: sembra sempre di sentire la mamma che parla al figlio (‘’mi raccomando, figlio mio, con i soldi per la merenda compra qualcosa di nutriente e non spenderli in caramelle’’).
All’Italia è infine stata evitata una rampogna nel comunicato ufficiale. Non c’è stata la bocciatura ‘’nero su bianco’’ nel comunicato alla richiesta di rinvio di un anno del pareggio di bilancio, che qualcuno avrebbe voluto. Ma non c’è nemmeno stato il via libera. La commissione ha così scelto una soluzione cerchiobottista che – nei luoghi comuni – poco si attaglia ai commissari europei, spesso descritti come guardiani dei conti dallo sguardo un po’ accigliato: e per l’Italia, che chiede più tempo sperando nella ripresa dei consumi, questa è stata comunque una piccola vittoria.