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La guerra infinita tra Feltri e Sallusti

C’eravamo tanto amati. C’era un tempo in cui Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti erano uno il direttore e l’altro il suo braccio destro. Anni luce fa, a giudicare dagli ultimi scambi di “cortesie”.

IL CASO BOFFO
L’ultimo è di queste ore e risale al caso Boffo. Feltri rivela in un’intervista esclusiva all’Espresso le sue fonti sulla “velina” che costò il posto all’allora direttore di Avvenire. Tarcisio Bertone, Luigi Bisignani, Daniela Santanchè, Alessandro Sallusti: questa la catena del finto scoop, secondo cui Boffo era “un noto omosessuale attenzionato dalle forze dell’ordine”. Feltri sembra scaricare su Sallusti la responsabilità della faccenda: “Quando il tuo condirettore ti viene a dire una cosa del genere, non è che metti in dubbio la sua parola”, dice al settimanale.

Una ricostruzione totalmente priva di fondamento, ribatte Sallusti, che dà al collega anche una stoccata sulla regole del giornalismo: “I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, né avrei potuto farli, quelli o altri, a Feltri o a chiunque in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere”.

Non si zittisce Feltri che affida a Dagospia il terzo round con la sua versione della storia, concludendo con una domanda: “ Sallusti, pure interrogato dallo stesso magistrato, ha smentito la mia versione, ma non ha svelato la fonte delle notizie false su Boffo, di fatto proteggendo i falsari che mi avevano danneggiato. Perché?”.

E’ QUI LA FESTA?
Le scaramucce tra i due vanno avanti da anni, da quando nel 2010 Feltri ha lasciato Il Giornale per tornare a Libero, raggiungendo Maurizio Belpietro, e si sono acuite recentemente. Come alla festa dei quarant’anni del Giornale, dove Feltri, ora editorialista della testata, si è lamentato per essere stato relegato a pagina 59 del supplemento celebrativo del quotidiano milanese fondato da Indro Montanelli.

LA SVOLTA GAY?
Anche la svolta pro gay di Feltri si può leggere nella saga di incontri-scontri tra i due. La sua linea aperturista è opposta rispetto a quella di Daniela Santanchè e del Giornale. E a non credere alla nuova gaia folgorazione, ci pensa il nipote di Alessandro, Giovanni Sallusti, direttore de L’Intraprendente, che scrive: “È questione di fare un passo incontro al cerchio magico. Un passo in direzione del bunker, con gli Alleati a pochi chilometri. Un passo, sia concesso, ben poco feltriano”.

DIVERSAMENTE BERLUSCONIANI
Feltri sembra aver assunto in questi anni un atteggiamento diversamente berlusconiano rispetto al Giornale. Se la testata di via Negri resta fedelissima al Cavaliere e alla sua leadership, il suo ex direttore spariglia le carte, apre alla successione e critica da osservatore esterno. Come ha fatto anche in un’intervista a Formiche.net in cui aveva definito l’allora Pdl “un circo barnum”.


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