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Chi (non) vuole salvare l’Unità

Salvare o non salvare l’Unità? Mentre va on line l’appello a Matteo Renzi dei giornalisti dello storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci, la rete si divide sull’eventualità di un intervento da parte del segretario Pd nonché presidente del Consiglio in soccorso della testata in crisi.

Tanti i messaggi di solidarietà arrivati da politici e non alla redazione. Come quello del capogruppo alla Camera del Pd Roberto Speranza o quello del responsabile comunicazione del Pd Francesco Nicodemo.

C’è chi però non è d’accordo sull’ipotesi salvataggio per mano del premier: “Perché mai Renzi dovrebbe salvare L’Unità coi nostri soldi?”, si chiede Fabrizio Rondolino, giornalista e animatore con Claudio Velardi del blog thefrontpage, sul quotidiano L’Intraprendente.
“È una brutta notizia quando un giornale chiude: ma sarebbe una pessima notizia privilegiare la sua sopravvivenza rispetto a quella di un negozio di alimentari o di una piccola impresa o di uno studio professionale”, fa notare Rondolino.

Della stessa opinione anche il blogger di Espresso e Huffington Post Pietro Raffa: “Perdere il lavoro, in particolare quando non sei più un ragazzino, può essere un dramma. Se nel privato un’azienda non riesce a stare sul mercato chiude e i dipendenti devono ricollocarsi. Ecco, a me dispiace tantissimo per i giornalisti dell’Unità, ma non troverei alcuna giustificazione nel salvataggio di un quotidiano che non funziona”.

Il conto alla rovescia per cercare un nuovo azionista ed evitare la chiusura è partito. Potrebbe essere Daniela Santanchè, come rivela un’indiscrezione pubblicata oggi da Dagospia? Il cdr del quotidiano ha già risposto no grazie: “La sola idea che questa testata possa andare a finire nelle mani di una esponente di Forza Italia è incompatibile con la storia del giornale e quindi con la sua valorizzazione”.



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