Potere di Twitter. Capita che da un semplice cinguettio possa nascere un dibattito fiume su un tema delicato come quello della Giustizia. E che da un semplice cinguettio possa arrivare la presa di posizione che archivia anni e anni di giustizialismo sinistro.
Lo si è visto ieri con i 140 caratteri di una twit-star come il giornalista del Foglio Claudio Cerasa che faceva notare come sul caso di Vasco Errani “Il Pd sta facendo quello che ha sempre contestato al centrodestra: contestare una sentenza della magistratura”.
LE REAZIONI
La condanna a un anno per falso ideologico del governatore della Regione Emilia Romagna ha infatti suscitato incredulità nel partito. Attestati di stima verso Errani che si è subito dimesso sono arrivati dalle file dei democrat. “Vasco Errani è una persona perbene e lo dimostrerà”, ha commentato il presidente del Pd Matteo Orfini, invitandolo a ritirare le dimissioni.
Anche il segretario del Pd Matteo Renzi ha telefonato al presidente dimissionario della Regione Emilia Romagna, esprimendogli la propria vicinanza e amicizia. E ha ribadito la propria fiducia nel lavoro della magistratura auspicando che l’onestà di Errani possa essere riconosciuta in Corte di Cassazione. “La Costituzione ci dice – sostiene il capo del governo – che un cittadino è innocente finché una sentenza non passi in giudicato” e Renzi intende attenersi a questo ”principio di civiltà giuridica e costituzionale per Errani come per tutti gli altri”.
IL CASO ORSONI
In realtà in molti altri casi, il Pd non è stato così garantista. L’ultima dimostrazione la si è avuta con il caso Mose e gli arresti domiciliari per l’ormai ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, costretto alle dimissioni dopo una nota ufficiale del Pd che di fatto lo sfiduciava.
IL TWEET DI RENZI
Forse ora con il caso Errani la linea è cambiata, il giustizialismo che ha sempre connotato una parte di sinistra lascia il posto al garantismo. Come testimonia il tweet di Renzi che si inserisce nel dibattito suscitato dal cinguettio di Cerasa:
@claudiocerasa no Claudio. Finché non c'è sentenza passata in giudicato un cittadino è innocente. Si chiama garantismo, ricordi?
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 9 Luglio 2014
Ecco tutta la discussione sul social network: