Continuano gli scontri per il controllo degli aeroporti in Libia. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha condannato i fatti, sottolineando che gli scali non possono essere usati per raggiungere obiettivi politici. L’ambasciatore del Rwanda, Eugene Gasana, che presiede l’organo questo mese, ha insistito sulla necessità di aprire il dialogo a favore della stabilità del Paese. Nell’incontro è stata confermata la decisione di ridurre il personale della missione di sostegno dell’Onu in Libia per motivi di sicurezza.
INIZIATIVA O INTERVENTO?
Il ministro degli Affari esteri libico, Mohammed Abdelaziz, ringraziò l’appoggio delle Nazioni Unite nel processo di transizione democratica, ricordando le nuove sfide politiche, sociali ed economiche. “Non stiamo chiedendo un intervento militare ma un’iniziativa del Consiglio di sicurezza per la stabilizzazione e il consolidamento delle istituzioni. È l’unica forma per permettere che lo Stato risponda alle nuove sfide”, ha spiegato. Un’iniziativa che deve cominciare ora, ha aggiunto, “seriamente, prima che sia troppo tardi”. Ma si tratta di un’iniziativa con o senza armi?
LA MISSIONE DI HEFTIR
Le milizie islamiche combattono contro le formazioni paramilitari guidate da Khalifa Heftir, un ex generale in pensione che aveva già combattuto contro il regime di Gheddafi.
Heftir ha 71 anni ed è in pensione dal 1987. Tra il 1978 e il 1987 ha servito l’esercito libico nel conflitto in Ciad, ma nel 1987 fu catturato nella battaglia di Wadi Doum. Gheddafi, che aveva negato la presenza delle sue truppe in Ciad, rinnegò anche i prigionieri. Così Heftir divenne nemico del regime.
L’ex generale si è unito al Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia (Nfsl) nel 1988 e successivamente fondò il corpo militare del movimento. Secondo un’analisi del Middle East Institute, il fronte ha operato in Ciad con la benedizione del presidente del Paese Hissène Habré. Quando Habré è stato allontanato dal potere da Idriss Deby nel 1990, Heftir si è trasferito in Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo.
GLI ANNI IN AMERICA
Dopo alcuni anni Heftir si è trasferito negli Stati Uniti con alcuni combattenti. Lì è rimasto 20 anni in esilio. Quella lunga permanenza in territorio americano ha dato origine a molte speculazioni sul sostegno della Cia al movimento militare di Heftir . Altri aiuti sarebbero arrivati dall’Arabia saudita. Secondo Business Insider, Heftir viveva a pochi chilometri del quartier generale della Cia a Langley, dove vivono molti dipendenti dell’agenzia. Un rapporto del New York Times del maggio 1991 sosteneva che i militanti del Nfsl “sono stati addestrati dai funzionari dell’intelligence americana per compiere sabotaggi e acquisire altre abilità di guerriglia in una base nei pressi di N’Djamena, la capitale del Ciad. Il piano per utilizzare gli esuli si adatta perfettamente al desiderio dell’amministrazione Reagan di rovesciare il colonnello Gheddafi”.
ALLA DIFESA DELLA LIBIA
Heftir è impegnato a proteggere la nuova Camera dei rappresentanti che si insedierà a Bengasi il primo agosto. L’ex generale insiste che questo avverrà senza che i militari abbiano nessun ruolo politico. “L’Operazione dignità non si basa solo sul combattere i terroristi, ma sulla ricostruzione e la riorganizzazione degli organi militari… I terroristi e i loro sostenitori stanno terrorizzando Tripoli. I nostri uomini li stanno combattendo e saranno vittoriosi”, si legge dall’account Twitter di Mohamed Eljarh, analista e collaboratore di Foreign Policy.
SARÀ HEFTIR L’EROE?
Heftir è “l’unico uomo che può davvero mettere insieme i cocci di un Paese che senza una guida forte rischia di fare la fine della Somalia”. L’ex generale si dice determinato a proseguire la sua offensiva contro le milizie islamiste, allo scopo “sradicare il terrorismo in Libia”.
L’analista Eljarh ha detto che secondo Heftir “forze avversarie a Tripoli fanno deragliare il processo democratico dopo il fallimento alle urne”. “Ci sarà un’escalation nei prossimi giorni e settimane. Vogliamo comprensione e il sostegno del nostro popolo”, ha detto Heftir. Sarà lui l’uomo che riporterà la pace in Libia?