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Tutte le colpe dell’Europa in Libia. Parla il prof. Redaelli

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Oggi a Bruxelles si parlerà del caos libico. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha convocato gli Stati membri per una riunione con Bernardino León, inviato speciale in Libia.

La situazione nel Paese è peggiorata perché mancano i centri di potere. In un’intervista con Formiche.net, Riccardo Redaelli, professore di Geopolitica e di Storia e istituzioni dell’Asia all’Università Cattolica di Milano, sostiene che gli anni del regime di Muammar Gheddafi abbiano cancellato le istituzioni politiche e amministrative. Dopo l’intervento militare, improvvisato e senza coordinamento, l’Europa ha lasciato da soli i libici, che non sono stati in grado di gestire la fase post-conflitto.

Continuano gli scontri per il controllo degli aeroporti e sembra che l’Europa si stia finalmente svegliando sulla crisi libica. Perché la situazione nel Paese è precipitata?

C’è una grave mancanza di centri di potere. Nessuno è capace di ridurre la centrifuga spinta delle violenze e questo riflette le naturali frazioni all’interno del Paese. L’Europa paga gli errori del passato, quando è stato messo in atto un intervento militare voluto principalmente da Francia e Gran Bretagna, trascinando la Nato, ma senza un programma chiaro. Inoltre, c’è stato poco coordinamento tra gli Stati europei e i libici sono stati lasciati soli nella delicata fase post-conflitto.

C’è la possibilità di un altro intervento militare della Nato?

È molto difficile. Il primo intervento è stato insufficiente e mal coordinato. Si è sottostimata la complessità della situazione e si è lasciato il Paese in mano alle milizie. Queste sono state il pilastro della rivoluzione contro Gheddafi, ma ora rappresentano una delle principali debolezze della Libia.

Il generale Khalifa Heftir è l’uomo giusto per pacificare la Libia?

Heftir ha cercato di bloccare la deriva verso l’anarchia. Tutte le milizie che si scontrano in Libia chiedono soldi e indeboliscono le Forze armate, ormai fragilissime. Più che l’uomo forte, Heftir è l’uomo che sta evitando che la situazione sfugga di mano.

Come si possono leggere i risultati delle elezioni parlamentari?

La maggior parte dei deputati che sono stati eletti appartiene a movimenti indipendenti, per cui è difficile dire quale sarà la tendenza di questo nuovo Parlamento che si insedierà il 4 agosto. Un risultato è chiaro: i Fratelli musulmani hanno perso. Questo sconfitta conferma che in Libia non c’è spazio per tutti: o vincono le milizie islamiche o si cerca un altro equilibrio. Se poi questo Parlamento riuscirà o meno a combinare qualcosa è un altro discorso.


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