La Libia non trova pace. Ma perché? In parte per una strategia dell’Occidente messa in atto in Libia, Irak e Afghanistan da almeno 20 anni. Il caos libico di oggi è una conseguenza diretta degli errori commessi nella guerra di contenimento del 2011. È questa l’analisi di Arduino Paniccia, direttore della Scuola di Competizione Economica, docente di relazioni internazionali alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Trieste e già presidente della Sme Task Force Nord Est per la ricostruzione in Libia. “Sono state operazioni fatte con poche forze e pochi soldi, rapidamente. Dopo è stato abbandonato il territorio lasciando i libici nel completo caos. La strategia ora è da rivedere”, ha detto Paniccia in una conversazione con Formiche.net.
RISCHI DI UN NUOVO INTERVENTO
Bisogna pensare con coraggio come sarebbe il caso di appoggiare la Libia, in quali condizioni e tempi. Un altro intervento militare della Nato? “Impensabile. Sarebbe fare due volte lo stesso errore. La coalizione è divisa e non ci sono soldi a disposizione. Ai primi problemi si abbandonerebbe di nuovo la Libia. Questa volta gli effetti sarebbero devastanti”, ha spiegato l’analista.
LA SPERANZA DI HEFTIR
La sua posizione può sembrare provocatoria o anti-conformista, ma dalla sua esperienza Paniccia crede che forse soltanto il generale Khalifa Heftir può riuscire nel tentativo di riportare l’ordine in Libia. Oltre ad essere l’unico che conta sull’appoggio di egiziani, sauditi e americani: “Il caso della Libia è molto simile a quello dell’Egitto. Può essere fuori dalle righe, ma sembra uno dei pochi in grado di neutralizzare le centinai di milizie emerse nel Paese e ricompattare l’esercito”.
INFLUENZA AMERICANA
Molto si è speculato sui legami di Heftir con gli Stati Uniti, dove ha vissuto molti anni, vicino agli uffici della Cia. Secondo Paniccia, come nel caso egiziano, gli Usa non possono fare altro che accettare la possibilità che riprenda il controllo del territorio e metta ordine nel caos economico della Libia. Ma ci sono molti problemi: “Finché le scelte rimangono nelle mani di Angela Merkel e Barack Obama – ha aggiunto Paniccia – i risultati saranno modesti e limitati. Ma se sulla Libia si continua a tentennare, rimarrà la strategia sbagliata e la situazione peggiorerà”.