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Luxottica, ecco i motivi del divorzio tra Guerra e Del Vecchio

Screzi personali, diversità di vedute “politiche”, dissapori su strategie, dissidi su tattiche. Come in tutti i divorzi, non c’è solo un motivo a causare la rottura ma più ragioni E questo sembra essere anche il caso della prossima uscita dl gruppo Luxottica del capo azienda Alessandro Guerra per volontà del fondatore Leonardo Del Vecchio.

LA VERSIONE DI REPUBBLICA

Ecco la ricostruzione del quotidiano la Repubblica: “I dissapori tra il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, e il supermanager all’azienda di Belluno da 10 anni, sono iniziati mesi fa, quando la società ha abbandonato il progetto di fusione con il colosso delle lenti Essilor; una scelta sostenuta dal manager che non ha mai convinto l’azionista di riferimento. Così come non è andato già all’imprenditore veneto il corteggiamento serrato di Matteo Renzi allo stesso Guerra, che per alcuni giorni è parso vicinissimo a una poltrona in una importante controllata statale o addirittura al ministero dello Sviluppo economico, con una connotazione politica – dunque – ancor più forte”.

LA RICOSTRUZIONE DEL SOLE 24 ORE

Si legge sul quotidiano di Confindustria: “Le prime frizioni risalirebbero addirittura a due anni fa. Nel settembre del 2012 l’azionista di controllo di Luxottica annunciò la vendita di un pacchetto del 7%. Del Vecchio scendeva per aumentare il flottante perché il mercato premeva. Ma fu un successo parziale: si collocò solo la metà. L’azienda allora minimizzò ma Del Vecchio che aveva ceduto alla avance del mercato solo dopo molte insistenze pare non l’avesse presa bene. A questo punto poi si aggiungerebbe anche un certo risentimento del patron per le troppe generose stock option dell’amministratore delegato (40 milioni di euro quest’anno)”.

LE IPOTESI DI MF/MILANO FINANZA

“I motivi alla base della rottura sembrano numerosi. C’è chi parla della divergenza sulle ultime mosse di Guerra, a partire dal costoso accordo con Google per i tecnologici Google Glass. Del Vecchio, poi, non ha mai digerito le voci in merito a un possibile impegno del manager in politica al fianco di Matteo Renzi. Ancora, il fondatore non avrebbe gradito nemmeno la generosa politica di remunerazione dei dirigenti tramite stock option portata avanti dall’amministratore delegato. E c’è anche ci sostiene che un altro motivo di attrito sia legato all’ambizione di Guerra di contare di più sul piano azionario in Luxottica, magari mettendo un piede addirittura nella holding Delfin che controlla il gigante dell’occhialeria”.



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