Sarà proiettato in anteprima in Italia a metà settembre, Mary’s Land, “La terra di Maria” (116 minuti, Spagna 2013), il nuovo film di Juan Manual Cotelo (nella foto), il regista che con “L’Ultima Cima” ha riscosso fuori di ogni canale ufficiale un incredibile successo di pubblico in Spagna e in tutto il mondo. Anche nel nostro Paese, il documentario girato nel 2010 in onore del sacerdote spagnolo Pablo Domínguez Prieto (1966-2009), mai apparso nelle sale cinematografiche, è stato presentato in molti centri culturali, cine forum e parrocchie grazie ad un “passaparola” senza precedenti, che ha coinvolto (ed ancora coinvolge) migliaia di persone ed associazioni.
QUELLA “CIMA” DI DON PABLO
Don Prieto, sacerdote di cui Cotelo è stato letteralmente “fulminato” assistendo nel 2009 ad una conferenza poco prima della sua tragica scomparsa, è da 5 anni una delle figure cattoliche più amate nel suo Paese e, sicuramente, nella Chiesa di Madrid. All’amicizia all’argomentazione ed alla vicinanza apostolica del grande filosofo, teologo e predicatore sono dovute numerose conversioni. Infatti, Don Prieto, oltre che persona di umanità e sensibilità cristiana non comuni, è stato anche un uomo di scienza di tutto riguardo se, per esempio, nel 2008, l’arcivescovo di Madrid e presidente per quasi vent’anni della Conferenza episcopale spagnola (dal 1999 al 2005 e dal 2008 al 2014) card. Antonio Maria Rouco Varela lo scelse come suo delegato nella Facoltà Teologica di Madrid, a motivo della sua riconosciuta competenza soprattutto nei campi della Logica e della Filosofia della scienza.
Dopo l’uscita del lavoro cinematografico a lui dedicato e la successiva enorme diffusione a livello internazionale, la “fama di santità” di Don Prieto è tale che qualcuno sta persino pensando all’istruzione di una sua causa di canonizzazione.
SCALATORE, NON SOLO “DI ANIME”
Il titolo del documentario “L’Ultima Cima” risale ad un fatto straordinario e “profetico”, che chiude degnamente la vita terrena del sacerdote madrileno. Don Prieto, infatti, che era persona di notevole prestanza fisica e buon scalatore, alcuni minuti prima di morire comunicò, per telefono, alla sua famiglia quella che considerava la sua ultima, imminente, conquista, umana e soprannaturale (come si vedrà!). In procinto di conquistare la vetta della montagna spagnola del Moncayo, di oltre 2.300 metri, il sacerdote disse infatti a mo’ di suo ultimo testamento spirituale: “Sono arrivato alla cima”! A questo proposito è stato appena pubblicato dalle Edizioni San Paolo il libro Fino alla cima-Testamento spirituale, che documenta in questo senso la vicenda e la testimonianza di Don Pablo Domínguez.
“LA TERRA DI MARIA”
Venendo al nuovo film di Juan Manual Cotelo, anche in questo caso si può dire che il successo di “La terra di Maria” dipende soprattutto dall’impegno di quei tanti “volontari del cinema cristiano” che, ancora una volta, stanno supplendo all’assenza di promozione e sostegno da parte delle major e delle grandi catene di distribuzione internazionali. La pellicola, che è uscita in Spagna nel dicembre dello scorso anno, è stata completamente doppiata in italiano a cura di una piccola casa di produzione cinematografica indipendente, la Infinito+1, che si sta impegnando in questi mesi a diffonderla in tutto il territorio nazionale.
L’anteprima in Italia è prevista il 12 settembre presso un luogo mariano d’eccezione, il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, dove il 29 agosto del 1953, in una modesta casa siciliana, il quadro della Madonnina iniziò a piangere davanti agli occhi incantati della signora Antonina Iannuso.
La prima assoluta del film si avrà invece all’Odeon cinema di Firenze il 16 settembre, alla presenza del regista, che terrà anche una conferenza stampa prima della proiezione, e dei doppiatori italiani. Sul sito ufficiale http://www.terradimaria.it/ è possibile trovare l’indicazione di tutti i cinema nei quali, alla fine di settembre, il film sarà proiettato.
LA TRAMA, TRA FICTION E REALTA’
La trama di “La terra di Maria”, a metà strada fra fiction e documentario-intervista, vede come protagonista un agente segreto, appartenente alla schiera dei c.d. “cristiani non praticanti”, che indaga sulla vita reale dei tanti convertiti di oggi che, dopo l’incontro con Maria di Nazaret, hanno deciso di dedicare tutta la loro vita a Dio. A guidarlo è una domanda: la felicità ritrovata da quella gente, prima “sazia e disperata” ed ora serena e consapevole, è davvero tale o è solo una consolazione della mente? Per questo il sottotitolo del film è nell’intrigante domanda: Realtà o finzione?
Fra i personaggi reali intervistati dall’agente segreto c’è un medico abortista, la cui esistenza è stata stravolta a Guadalupe, oggi Santuario di Città del Messico, dove la “Stella della Nuova Evangelizzazione e Madre della Civiltà dell’Amore” apparve al giovane indio Juan Diego, una modella colombiana, che dopo tre aborti ritrova la pace in Dio attraverso la Madonna, ed un infermiere di Guadalajara che, dopo il lavoro, gira nelle periferie della città messicana fra prostitute e viados ad annunciare il Vangelo della Salvezza.
IL MIRACOLO DELLA GOSPA
Non può mancare, naturalmente, nel film, una testimonianza sul “fenomeno Medjugorje”, paesino dell’Erzegovina divenuto oltre trent’anni fa’ luogo di apparizioni mariane e meta ormai di pellegrinaggio quotidiano di decine di migliaia di persone. Per saggiare la soprannaturalità dell’evento, Benedetto XVI ha costituto verso la fine del suo Pontificato una commissione internazionale d’indagine su Medjugorje, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, i cui risultati sono stati consegnati a febbraio, a mano personalmente dal porporato italiano, direttamente a Papa Francesco. Il dossier, che è top secret, è ora depositato presso la Congregazione per la dottrina della fede, dove già si trova altro materiale sul fenomeno delle apparizioni e, tuttora, si è in attesa del responso della Chiesa.
In Mary’s Land è presentato il racconto di una ragazza che non credeva nei miracoli ma che, dopo aver assistito a Medjugorje ad un’apparizione ai veggenti della Gospa, guarisce immediatamente dalla tetraplegia e si alza dalla sua carrozzina fra gli occhi esterrefatti dei presenti. C’è da dire che Cotelo non conclude il suo film dando una dimostrazione della veridicità di tutti i fatti raccontati, perché è il metodo stesso d’indagine a testimoniare che la felicità che il Cristianesimo assicura a tutti gli intervistati sarebbe semplicemente inspiegabile se nulla di quello che hanno vissuto fosse vero.
Avendo già visto personalmente la pellicola, garantisco che merita senz’altro, ed anche di esser diffusa in piccoli e grandi centri. Infatti, con gli stessi ritmi serrati e coinvolgenti de “L’Ultima Cima”, e con una fotografia fantastica, il nuovo lavoro di Cotelo reca un grande messaggio di speranza, dal punto di vista umano e soprannaturale, prezioso in un clima di grande incertezza e pessimismo come quello che stiamo vivendo.