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Vi spiego perché i bisticci fra Draghi, Merkel e Renzi sono solo una sceneggiata

È noto che l’Eurozona è in una situazione molto delicata. Il debito sale, la produzione ristagna, la deflazione si avvicina e non si vede all’orizzonte una via d’uscita strutturale.

Eppure, esattamente come nei casi in giro per il mondo che abbiamo ricordato sopra, può essere sufficiente la speranza di un Quantitative easing a fine anno o all’inizio del 2015 per fare crescere le borse europee, nei prossimi mesi, più di quella americana, come del resto avviene già da tre settimane.

Il grosso dubbio, naturalmente, riguarda l’atteggiamento della Germania nei confronti del Qe. La nostra impressione è che il governo tedesco l’abbia già accettato, se non altro come seria ipotesi di lavoro. Per qualche settimana lo farà pendere dall’alto, come fa sempre in questi casi. Prenderà tempo, chiederà che prima si verifichino gli effetti del Tltro e degli acquisti di Abs, sosterrà che sarà l’ennesimo regalo alle cicale mediterranee, farà la vittima, dirà di no fino all’ultimo e poi dirà di sì.

La sceneggiata servirà a negoziare contropartite sulle riforme con Francia e Italia e a confermare l’immagine di custode severo dell’ortodossia monetaria. Il lieto fine (non ancora una certezza, ma ci scommettiamo) sarà dovuto al fatto che la crisi ha cominciato a lambire la Germania stessa e alla considerazione che l’intera costruzione politica dell’Eurozona è oggi perfino più a rischio che nel 2011.

La clamorosa professione di fede nella linea tedesca da parte di Hollande in questi giorni, benché attuata in condizioni di estrema debolezza, non può essere stata completamente gratuita (nulla è mai gratis in politica). La contropartita, verosimilmente, è stata e sarà (oltre all’accettazione del deficit francese da parte di Bruxelles e Berlino) l’euro debole. E l’euro debole passa prima o poi per il Qe.

Sembra di rivivere l’esperienza giapponese. Il profilarsi del Qe indebolisce lo yen e fa partire la borsa di Tokyo che, a Qe iniziato, va addirittura in overshooting. Segue un periodo di consolidamento e poi di nuovo un rialzo. Non sappiamo come finirà in Giappone. I consensi per Abe sono in discesa e l’esito del suo piano è tutto da verificare.

L’Europa (Ucraina permettendo) è però solo all’inizio di questo percorso.

(analisi tratta dalla newsletter Il Rosso e il Nero)


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