Allora a metà ottobre Luca Montezemolo lascerà, dopo 23 anni, il suo ufficio di presidente della Ferrari a Maranello. Se n’è parlato tanto per tanti giorni e adesso, finalmente, ci siamo tolti questo dente.
Il giorno dell’addio ufficiale sarà un evento mediatico, perché un personaggio che ha fondato tutta la sua carriera sui media non si lascerà sfuggire l’occasione di parlare per l’ennesima volta urbi et orbi. Chissà se, nella comprensibile emozione di quell’appuntamento con la storia, si ricorderà di ringraziare Silvio Berlusconi.
Non che abbia nei suoi confronti un particolare debito di riconoscenza per qualche favore ricevuto quando il Cavaliere era l’uomo più potente d’Italia. No, questo no. Solo che l’ex presidente del Consiglio sta fornendo a Montezemolo un assist formidabile – anche del tutto involontario – sotto forma di precedente nello spinoso terreno del conflitto di interessi.
Come tutti ricordano, Berlusconi è stato più volte negli ultimi 20 anni capo del governo, pur essendo anche proprietario di un impero mediatico senza rivali. Una situazione inaccettabile in qualsiasi Paese occidentale civile, ma che da noi è passata via liscia, superando agevolmente proteste, polemiche, invettive. Anche quando a Palazzo Chigi s’è insediata la sinistra, nulla è stato fatto per mettere riparo all’inconveniente. Finché non ha provveduto la magistratura a spezzare il binomio, Berlusconi è rimasto leader politico e Sua Emittenza.
E questo, appunto, crea un precedente cui tutti possono richiamarsi. “Se è stato permesso a lui, e alla grande e per 20 anni, perché dovrebbe essere impedito a me?”, si chiede e argomenta chi si accinge a fare qualche mossa suscettibile di portarlo in odore di conflitto di interessi. Ed è l’argomento principe cui, verosimilmente, ricorrerà Montezemolo quando gli offriranno la presidenza della nuova Alitalia salvata dall’intervento degli arabi di Etihad. Carica per la quale sembra anche aver ottenuto un benedicente nulla osta niente di meno che dallo stesso Matteo-prezzemolo-Renzi.
Il problema per Montezemolo di sedere sulla più importante poltrona di un’Alitalia per la centesima volta risanata, sta nel fatto che lo stesso Montezemolo è socio fondatore nonché azionista, assieme all’amico Diego Della Valle e altri, di NTV, la società che sta cercando, con un certo affanno finanziario, di fare concorrenza a Trenitalia sulle tratte ad alta velocità.
Trasporto ferroviario e trasporto aereo sono naturalmente in concorrenza: basti pensare alla tratta Milano-Roma, per anni succosa vitamina dei bilanci Alitalia, ora avidamente succhiata da statali Freccerosse e montezemoliani Itali.
Ecco dunque le domande: può la stessa persona pilotare una compagnia aerea ed essere socio rilevante di un suo concorrente ferroviario? In un Paese normale si risponderebbe di no. E ancora: una simile sovrapposizione di ruoli, non configura un conflitto di interessi? In un Paese normale si risponderebbe di sì.
Ma da noi c’è il precedente di Berlusconi che rende tutto lecito: “Se è stato permesso a lui…”. E allora avanti. Tutti pronti a complimentarsi con Montezemolo per il suo nuovo, prestigioso incarico.