Il referendum che in questi giorni si è svolto in Scozia in tema di indipendenza ha dato ragione a quelli che erano contrari. La Scozia resta, dunque, nel Regno Unito. Con 31 circoscrizioni scrutinate su 32 , il “no” all’indipendenza ha raggiunto il 55,42%. Il “sì” si è arrestato al 44,58%.
Dal nostro punto di vista, è una sconfitta. Ed è una grande occasione persa per il popolo scozzese. Il fatto che il presidente imperialista premio Nobel per la pace Obama e le banche fossero univocamente a favore del “no” e che invece i giovani scozzesi fossero dalla parte del “sì” già basterebbe, di per sé, a capire da che parte stesse il falso. La Scozia ha perso una grande occasione per sganciarsi dal modello neoliberista radicale e per perseguire una via diversa, all’insegna dei diritti sociali e del lavoro: era questo, appunto, il programma del leader degli indipendentisti.
La propaganda ufficiale e la manipolazione organizzata hanno certo fatto il loro mestiere nell’allineare i consensi e nel dirottare l’opinione comune verso le posizioni che ad esse convenivano. Ed è anche dall’orientamento della fabbrica dei consensi che si può capire perché non vi fosse, dietro al referendum, un’opposizione tra gli USA favorevoli all’unità e l’UE favorevole alla separazione della Scozia e al suo reinserimento nell’eurozona. Lo si evince dal fatto che la manipolazione organizzata USA e UE marciava sulla stessa linea d’onda, contro i separatisti, a favore degli unionisti.
Certo, non bisogna farsi illusioni. L’indipendenza scozzese non avrebbe significato in automatico libertà piena del popolo scozzese: oltre a guadagnare l’indipendenza formale da Londra, la Scozia avrebbe infatti dovuto coniare una sua moneta (tenendosi naturalmente a debita distanza dal regime eurocratico!), evitare la presenza di basi militari USA nel suo territorio nazionale e non essere membro dell’organizzazione imperialistica pudicamente detta NATO. Il referendum, pertanto, sarebbe stata condizione necessaria ma non sufficiente per la libertà scozzese.
Il fatto che abbia trionfato il “no”, sia pure con una vittoria di Pirro, è la prova che il sistema del potere e del controllo delle coscienze è più stretto e capillare di quanto non si possa usualmente immaginare.