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Così l’Italia prova a rafforzare la partnership energetica con l’Africa

Lo sviluppo dell’Africa rappresenta uno dei punti di evoluzione globale di maggiore interesse, soprattutto per i businessmen legati al settore energetico.

È su questo solco che si muove l’Iniziativa Italia-Africa, tesa a rilanciare le relazioni con i Paesi africani nel settore energetico, con particolare attenzione rivolta alle energie rinnovabili. Un’opportunità per molte aziende italiane e una prospettiva di crescita sociale ed economica per la popolazione africana.

La tematica è al centro di una conferenza ministeriale organizzata dalla Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea e ospitata il 12 e 13 ottobre dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Due giorni di dibattiti cui parteciperanno importanti personalità del mondo politico e industriale europeo e africano, oltre a istituzioni e agenzie internazionali come la Commissione Europea, l’Unione Africana, l’AIE e l’IRENA.

Il 12 e 13 ottobre alla Farnesina non si parlerà solo di opportunità e vantaggi, ma si analizzeranno anche i rischi e le criticità dell’area, in modo da trovare soluzioni adatte a rendere sempre più efficaci i futuri interventi di sviluppo che imprenditori italiani ed europei decideranno di realizzare.
La riduzione dei rischi politici, di regolamentazione, finanziari ed economici, nonché il rafforzamento della cooperazione tra energia e agricoltura saranno all’attenzione della prima giornata di incontri.

Il 13 ottobre sarà invece il giorno dell’AIE, con la presentazione in anteprima mondiale dell’Africa Energy Outlook, seguito da una serie di panel dedicati a energie rinnovabili, infrastrutture elettriche e formazione per uno sviluppo sostenibile.
Secondo uno studio dell’IRENA, per rispondere alla crescente domanda di energia, entro il 2030 l’Africa dovrà aumentare di 250GW la capacità energetica. In questo percorso di crescita una delle priorità è quella di garantire l’accesso all’energia ad un numero sempre maggiore di persone, priorità strategica riconosciuta anche dall’iniziativa lanciata nel 2011 dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Sustainable Energy for All (SE4ALL). L’azione interessa circa 1,3 miliardi di persone (20% della popolazione mondiale), di cui più del 95% vive in Africa e Asia.

Le direzioni pratiche verso cui dirigersi sono due: l’idroelettrico e le piccole centrali da fonti rinnovabili (solare, eolico, geotermico e biomassa). L’idroelettrico ha sempre rappresentato un fattore chiave della presenza italiana in Africa. Si tratta di progetti costosi e a più lungo termine, capaci di rafforzare e consolidare le relazioni bilaterali tra i paesi coinvolti. La costruzione di centrali elettriche più piccole può invece ridurre i costi della distribuzione e i rischi di sicurezza legati ai progetti di grandi dimensioni.

Inoltre, le piccole centrali da fonti rinnovabili sono sempre più economicamente competitive e più adatte a rispondere alla richiesta di energia in zone rurali, dove vive l’84% della popolazione mondiale che non ha accesso all’energia.
Numerosi studi di settore indicano l’area dell’Africa meridionale ed orientale come non ancora particolarmente esplorata in termini di distribuzione del gas. Anche qui molte aziende italiane potrebbero sfruttare il proprio know-how per sviluppare un’efficace rete che risponda alla crescente domanda di energia.

Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale, ben 7 delle 10 economie che registreranno i più elevati tassi di crescita nel quinquennio in corso (2011-2015) appartengono a Paesi Sub-sahariani. La diversificazione rappresenta quindi l’elemento cardine per evitare che l’Africa diventi un continente a forte dipendenza energetica.

Garantire l’accesso, migliorare l’efficienza energetica, sviluppare il mix energetico, implementare la rete di distribuzione e ridurre i costi dell’energia sono i principali obiettivi da raggiungere. La partnership UE-Africa, nata nel 2007 e co-presieduta dall’Italia e dalla Germania, e l’Iniziativa Italia-Africa offrono piattaforme ideali di azione.

L’hub tecnologico è invece rappresentato dall’IRENA, come riconosciuto dalle Nazioni Unite. Il Direttore Generale dell’IRENA, Adnan Z. Amin ha lanciato l’Africa Clean Energy Corridor, per la ristrutturazione e creazione di reti di trasmissione energetica tra stati confinanti. REMAP 2030 è la mappa globale di IRENA che identifica politiche e buone pratiche utili a raddoppiare l’uso delle rinnovabili entro il 2030.



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