“Perché non dovrebbe essere legittimo e auspicabile un partito di cattolici pronti a denunciare le violazioni dei diritti della persona — ovunque vengano calpestati o negati — e a elaborare proposte e a impegnarsi per ristabilirli?” E’ stato il filosofo Dario Antiseri a porre questa domanda sul Corriere della Sera e a risollevare una questione antica eppure sempre attuale come quella dell’impegno dei cattolici in politica. Un tema che Formiche.net affronta con il sociologo ed editorialista di Avvenire Mauro Magatti.
UN NUOVO MODELLO
Il professore ha una visione diversa da quella di Antiseri: “Il ritorno a un partito cattolico non è plausibile”, spiega, individuando un nuovo ipotetico spazio nell’attuale compagine governativa: “Non si può non rilevare che Renzi e molti esponenti della corrente maggioritaria del Pd siano dichiaratamente cattolici, come lo sono alcuni ministri principali della seconda forza di governo, Ncd, Angelino Alfano e Maurizio Lupi, per esempio. Ciò potrebbe far presagire una democrazia dell’alternanza in cui la radice cattolica possa orientare e formare sia il polo di centrodestra che quello di centrosinistra”.
LA STORIA
Un nuovo modello rispetto al passato, rileva il sociologo: “In Italia il baricentro principale è sempre stato quello cattolico. Un baricentro molto articolato e spesso conflittuale che nel Secondo dopoguerra ha confluito in un partito a lungo dominante come la Dc. Per una certa fase, il Paese ha beneficiato di questo assetto, poi sappiamo com’è andata, con una democrazia che ha sofferto la mancanza dell’alternanza. La Seconda Repubblica è stata in qualche modo una reazione alla Prima con centrodestra e centrosinistra che hanno cercato di monopolizzare il baricentro cattolico. L’ispirazione liberale di Silvio Berlusconi da una parte e la socialdemocrazia di Massimo D’Alema dall’altra se lo sono di fatto spartiti per lungo tempo”.
IL FALLIMENTO DI TODI
Poi, ricorda Magatti, “con Todi e il governo Monti si era creato una spazio che avrebbe potuto portare alla creazione di una rinnovata offerta di centro, sovrapponibile in qualche modo a quella che fu la Dc. Ma i suoi protagonisti non si sono rivelati all’altezza e ora l’occasione è passata. In politica esistono momenti in cui le cose accadono o non accadono, la storia non si ripete mai”.
IL SOSTEGNO DEL POLO CATTOLICO
Ora l’arrivo di Renzi potrebbe significare l’inizio di una nuova fase della politica, secondo il professore: “Le spaccature del passato potrebbero lasciare ora spazio a una competizione con realtà dalle prospettive diverse ma che riconoscono di avere le stesse radici. Quella che descrivo è per ora una situazione ideale perché non è ancora chiaro come sarà il Pd di Renzi e anche Ncd non è stata in grado fin ora di fare una proposta forte che possa riaggregare il centrodestra. Affinché si arrivi a una nuova stagione che faccia ruotare la democrazia attorno a un baricentro comune, occorre il sostegno del polo cattolico, della sua elaborazione culturale che di fatto oggi è insignificante per formare l’opinione pubblica, delle tante associazioni in questo momento in difficoltà, di tutte le sfaccettature di questo ricco e articolato orizzonte”