Da Piazza Montegrappa ancora nessuna notizia in merito alla nomina dei responsabili delle future divisioni del gruppo, in tutto 5, che risponderanno direttamente al numero uno di Finmeccanica, Mauro Moretti. Stando a quanto aveva scritto il Sole 24 Ore, le designazioni avrebbe dovuto esserci il 10 ottobre scorso, contestualmente con l’operatività della struttura di primo livello. Struttura che, come noto, prevede adesso 3 aree: una dedicata alla ricerca e sviluppo, una preposta alla gestione e al controllo degli investimenti ed un’ultima per lo sviluppo strategico.
I PRIMI TAGLI
Elicotteri, sistemi per la difesa, elettronica, aeronautica e servizi centralizzati, le 5 divisioni poste sotto l’ombrello della holding, saranno guidate da capiazienda e non più da amministratori delegati, alcuni dei quali – pare – destinati ad essere sostituiti a stretto giro di posta. Dunque, addio agli attuali cda delle controllate. Più in generale, l’obiettivo di Moretti – come riportato da Gianni Dragoni sul Sole – è quello di “tagliare da 300 a 500 dirigenti su 2.000” e di affidare la trasformazione di tutto il gruppo (da attuarsi entro il 2015) a “10 persone”.
CHI E’ ARRIVATO
Intanto, in attesa dei nuovi responsabili, Moretti ha già avviato le grandi manovre, con l’eliminazione di alcune funzioni, come quella di direttore finanziario (cfo), sostituita da “amministrazione, finanza e controllo”, affidata a Gian Piero Cutillo e la creazione di nuove. Accanto a questo c’è poi l’arrivo in Finmeccanica di alcuni “fedelissimi” da Ferrovie dello Stato, a cominciare da Domenico Braccialarghe, responsabile “risorse umane e organizzazione”, seguito da Andrea Parrella “legale, affari societari e compliance” e neopresidente AgustaWestland, Federico Fabretti a capo delle relazioni esterne, mentre è atteso l’arrivo di Francesco Ramacciotti, ex presidente Ferservizi, che seguirà acquisti, real estate e soprattuto i contratti con i fornitori.
IL NODO DEI FORNITORI
E sembra essere proprio la riorganizzazione della supply chain, una delle sfide più difficili per Mauro Moretti. Secondo qualcuno infatti, oltre all’ “assessment” della dirigenza, l’altra opera di “bonifica” dell’a.d. riguarderà proprio le società fornitrici, alcune delle quali riferibili – si apprende – ad ex dipendenti del gruppo. Non a caso lo stesso Moretti appena insediato ha chiesto a tutti i dipendenti Finmeccanica – controllate comprese – di indicare l’eventuale sussistenza di rapporti di parentela con società fornitrici di prodotti o consulenze. Questa operazione – si rileva – potrebbe portare a risparmi notevoli, a doppia cifra.
LE DISMISSIONI IN FIERI
Dai sindacati trapelano critiche sul metodo (Moretti non ci ascolta, è il refrain comune), rilievi sugli obiettivi (come quelli espressi a Formiche.net dal presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni) e interrogativi sul futuro di alcune aziende (espressi a Formiche.net per primo dal leader della Uilm, Giovanni Contento). Comunque anche ieri Moretti nel corso dell’audizione alla commissione Industria del Senato ha ribadito le trattative in corso per la dismissione di Ansaldo Breda ed Sts nell’ottica di una rivisitazione del perimetro: Finmeccanica “si occupa di tutto e di più”, ha detto, “deve restringersi, sia nelle linee di business, sia nelle linee di prodotto”, facendo “le cose dove c’è alta qualità”.
LIGURIA IN AGITAZIONE PER SELEX
Fra le società che potrebbero essere interessate a una cura dimagrante c’è anche Selex. Secondo le indiscrezioni finanziarie raccolte da Formiche.net, sulle attività civili di Selex (essenzialmente rivenienti, ma non solo, da Elsag), ci sarebbero in corso da settimane pour parler con i tedeschi di Siemens. Una prospettiva che sta allarmando autorità politiche, istituzionali e anche religiose di Genova e della Liguria, con prossimi riflessioni anche nel consiglio regionale della Liguria, dove sarebbe stata presentata una mozione al riguardo.
DEBITI E GOVERNANCE
Di ciò ieri, comunque, Moretti non ha fatto cenno. Il capo azienda del gruppo ha invece rimarcato due aspetti: debito e governance. Moretti ha infatti detto che “il gruppo darà un dividendo quando tornerà a fare utili e senza partite straordinarie”. “Non faremo debiti per pagare dividendi”, ha aggiunto, in una polemica indiretta – secondo alcuni osservatori – con le passate gestioni e in particolare con quella di Pierfrancesco Guarguaglini. Poi, la governance, da rivedere: “La governance è antiquata. Una sommatoria di aziende indipendenti, tante cose isolate”.