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Perché Ania (assicurazioni) sbuffa per il no di Palazzo Chigi alla polizza obbligatoria contro le catastrofi

“Macché tassa e tassa. Le polizze non sono mai tasse”. Così sbuffano ambienti del mondo assicurativo vicini all’Ania dopo aver letto l’articolo di Formiche.net che ha dato conto delle indiscrezioni del vertice della presidenza del Consiglio che ha escluso progetti di polizze obbligatorie contro terremoti e alluvioni. A Palazzo Chigi le impostazioni sono diverse, come ricostruito in questo articolo, ma a prevalere al momento è il sentimento dei renziani doc, contrari all’idea di un’assicurazione obbligatoria contro le catastrofi: “Non ci sarà un’altra Imu“, hanno detto a Formiche.net fonti di rilievo della presidenza del Consiglio vicine al premier Matteo Renzi.

LE IDEE DELL’ANIA

Ma l’impostazione dell’Ania, l’associazione che riunisce e rappresenta le compagnie assicurativa, sembra più vicina alle idee esternate giorni fa dal sottosegretario Graziano Delrio, che parlava appunto di un progetto legato anche a polizze obbligatorie contro le calamità naturali. Ecco infatti quello che ha detto il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, nel corso di una recente audizione in Parlamento: “In Italia – ha detto lo scorso 3 novembre nel corso di un’audizione sulla Legge di stabilità – continuano a prevalere le posizioni preconcette, come quelle che portano ad assimilare l’assicurazione catastrofale a una nuova tassa sulla casa. In realtà, la diffusione dell’assicurazione introdurrebbe importanti elementi di efficienza e pianificazione della spesa per il ristoro dei danni”.

I DATI DI MINUCCI

Le calamità naturali rappresentano, in Italia, “un rischio estremamente significativo”, ha sottolineato Minucci. Negli ultimi dieci anni lo Stato italiano ha sostenuto, mediamente, costi annui pari a circa 3,3 miliardi di euro per il risarcimento dei danni catastrofali, secondo i calcoli dell’Ania. Costi coperti attraverso il ricorso alla fiscalità generale, con interventi normativi deliberati dopo il verificarsi degli eventi.

GLI ESEMPI ESTERI

Minucci nel corso dell’audizione ha invitato i parlamentare a guardare ad altri Stati: “Tutti i maggiori Paesi esteri – dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Spagna alla Francia – si sono da tempo organizzati per gestire con efficienza il rischio catastrofale, adottando sistemi basati su una organica e predefinita collaborazione fra pubblico e privato che ripartisce chiaramente fra Stato e assicuratori la responsabilità del risarcimento in caso di sinistro”.

IL RUOLO DELLE COMPAGNIE

“Con un attento disegno di un sistema assicurativo e con una spesa ragionevolmente contenuta – secondo il presidente dell’Ania – i proprietari delle abitazioni potrebbero contare su risarcimenti certi e tempestivi, anche grazie alla comprovata qualità professionale dei periti assicurativi, cui sarebbe affidato il processo di valutazione del danno”.

I BENEFICI PER LO STATO

Ci sarebbero vantaggi per tutti con un nuovo sistema, a partire dal settore pubblico: “Lo Stato, – ha spiegato Minucci in Parlamento – beneficerebbe di una strutturale riduzione del costo dei risarcimenti attualmente a suo carico. Infine, considerato che il livello dei prezzi delle coperture sarebbe correlato alle misure di prevenzione adottate dai proprietari, verrebbe incentivata una progressiva riqualificazione del patrimonio edilizio almeno nelle zone a rischio elevato, con ricadute particolarmente positive sul tessuto economico e in termini di minori danni futuri”.


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