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Perché non c’è da festeggiare troppo per l’economia italiana

L’economia italiana continua ad essere attraversata da una fase di difficoltà. Anche le stime preliminari sul Pil nel terzo trimestre dell’anno hanno mostrato una nuova contrazione. La lettura degli indicatori congiunturali consente di legare le difficoltà del 2014 ad un andamento deludente delle esportazioni e alla continua flessione degli investimenti. Il quadro per i consumi sembra migliore, tant’è che l’anno dovrebbe chiudersi con tutta probabilità con una variazione positiva della spesa delle famiglie, a fronte di un Pil ancora una volta in flessione.

I dati sembrano anche mostrare che l’aumento dei consumi avrebbe sortito effetti scarsi sull’attività produttiva, avendo attivato soprattutto la crescita delle importazioni.

Lo scenario di fine anno dovrebbe muoversi all’incirca sulla falsariga di quanto visto nei trimestri passati. La contrazione dei prezzi delle commodities sembra in grado di restituire qualche decimo di potere d’acquisto alle famiglie e tutto sommato i livelli occupazionali restano stabili. Anche nel 2015 la tendenza potrebbe andare nella stessa direzione anche perché le famiglie trarranno qualche benefi cio dall’impostazione della politica di bilancio. La conferma del provvedimento degli 80 euro sarà accompagnata dalla misura di smobilizzo del Tfr, che permetterà ad alcuni lavoratori in condizioni di maggiore disagio di allentare il vincolo di bilancio. I problemi
sulla tenuta del ciclo vengono invece ancora dalle incertezze sulla tenuta dell’export oltre che dalla stessa politica fiscale, soprattutto per gli effetti depressivi sulla domanda legati alle misure di taglio della spesa pubblica.


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