I suoi sostenitori lo considerano l’unico capace di fermare l’avanzata dei radicali islamici in Tunisia (leggersi Isis e altri), mentre gli oppositori lo considerano un politico uguale agli altri, intenzionato a ripetere l’antico regime. Certo è che Beji Caid Essebsi si mantiene in testa nei sondaggi per le elezioni presidenziali di oggi in Tunisia.
Ai suoi 87 anni (attivissimo su Twitter o chi per lui su @BejiCEOfficial) Caid Essebsi ha una gran voglia di continuare a lavorare per il futuro del Paese. Come leader laico del partito “Appello alla Tunisia” è riuscito a vincere le elezioni legislative, togliendo molti seggi al partito islamista “Ennahda”.
#BCE rend visite à l’agent GN blessé hier dans une fusillade avec des terroristes sur la route #SidiBouzid–#Meknessi pic.twitter.com/CFlV3aMsRK
— Beji Caid Essebsi (@BejiCEOfficial) 20 Novembre 2014
I CANDIDATI
I tunisini potranno scegliere tra 27 candidati, tra cui il presidente uscente, Moncef Marzuki, ex ministri del leader Zine El Abidin Ben Ali, il leader della sinistra Hamma Hammami, il magnate (e cognato di Ben Ali) Slim Riahi, e un’unica donna, il magistrato Kalthum Kannou (qui il ritratto di Formiche.net). Il partito “Ennahda”, al potere dal 2011 al 2014, non ha presentato nessun candidato e a chiesto ai suoi sostenitori che “scelgano un presidente che possa garantire la democrazia per la Tunisia”. Se nessuno riesce a prendere la maggioranza assoluta in questo primo turno, ci sarà il ballottaggio a dicembre.
ESPERIENZA POLITICA
Di origine sarda, Caid Essebsi è un avvocato con una lunga esperienza politica. È stato nominato premier provvisorio a febbraio del 2011 fino a dicembre dello stesso anno. In uno dei momenti più critici della storia della Tunisia, non si è tirato indietro e si è preso incarico di una grande responsabilità. La sua campagna elettorale per le presidenziali è basata sul “prestigio dello Stato”. È stato anche consigliere del presidente Habib Bourguiba e ministro degli Affari esteri dal 1981 al 1986. Ha fondato il partito che oggi lo sostiene, “Appello alla Tunisia”, nel 2012.
ANTICHI FANTASMI
Nonostante il processo di transizione della Tunisia è il più riuscito dei Paesi in rivolta durante la cosiddetta “Primavera araba”, nello scenario politico tunisino non sono mancati scontri e ostacoli. Il presidente Marzouki ha insistito durante la campagna elettorale che i tunisini devono fare attenzione al “ritorno degli antichi”, in chiaro riferimento al regime di Ben Ali. Si sono scatenate le speculazioni su una possibile alleanza tra Nidaa Tounes e il partito islamista di Ennahda, già che nessun partito ha escluso la collaborazione.
ELEZIONI STORICHE
Caid Essebsi ha detto che aspetterà fino a conoscere i risultati prima di parlare di coalizione. Il suo partito ha ottenuto 86 seggi e li mancano 23 per avere la maggioranza assoluta e costituire il governo.
Queste elezioni hanno una grande rilevanza storica. E’ la prima volta che i tunisini potranno scegliere il proprio capo di Stato. Dall’indipendenza dalla Francia nel 1956, il Paese ha avuto soltanto due presidenti: Habib Bourguiba e Ben Ali, quest’ultimo è rimasto al potere fino al 2011 quando una rivolta popolare lo ha costretto alla dimissioni.
Intervista a Caid Essebsi su un canale tunisino