I dati che ci vengono comunicati circa l’affluenza alle urne in Emilia Romagna e in Calabria sono drammaticamente negativi: sotto il 40% in Emilia Romagna, poco più del 43% in Calabria. Questi dati ci parlano di una sconfitta pesante per i partiti in generale, ma vorrei anche dire, con molta amarezza, una sconfitta del PD e di Matteo Renzi in primis.
Già il famoso 40,8% del PD alle europee era un dato fittizio e molto strumentalizzato. Avevano partecipato poco più della metà degli aventi diritto al voto. Un campanello d’allarme già molto forte, ma poco significativo: le elezioni europee non hanno mai attirato molti elettori, se non i primi tempi. Ma alle regionali sì e il dato che ci viene consegnato oggi è davvero un cartellino giallo. Non possiamo ancora dire se questo crollo sia un effetto Renzi perché bisognerà vedere l’esito di queste elezioni.
Certo è che la responsabilità è di tutti e viene da lontano. Non c’è nemmeno più un sentimento di anti-politica o di fastidio o rabbia verso certi politici o gruppi. No, semplicemente le persone hanno perso interesse, voglia di esserci e si sono convinte, forse, che con loro o senza di loro, è comunque tutto uguale.
Una cosa sicuramente oggi è certa: non c’è nessun partito della nazione. Sarebbe il caso che il Segretario Matteo Renzi torni a preoccuparsi della questione della “partecipazione”, cambiando un po’ il suo modus operandi e anche lo stile di comunicazione, poiché un PD prosciugato di iscritti non è bene. E ancora peggio vedere delle elezioni prosciugate di elettori.
La democrazia è in bilico.