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Chi ha vinto la gara delle preferenze in Emilia Romagna

Le preferenze, croce e delizia dei candidati al consiglio regionale. Ne occorrono tante per conquistare uno scranno. Ma per averle, servono consenso sul territorio, relazioni e soprattutto soldi, tanti soldi. Anche in Emilia-Romagna è andata in scena una “guerra” interna ai partiti per accaparrarsi i consensi personali, con la particolarità che quest’anno era possibile esprimere fino a due preferenze a patto che fossero per generi diversi.

NEL PD RISPUNTANO GLI ASSESSORI USCENTI

Sono due gli assessori uscenti della giunta di Vasco Errani che entrano in consiglio regionale col Pd. La più votata in assoluto è l’ex vicepresidente di Regione, la cuperliana Simonetta Saliera, che nella circoscrizione provinciale di Bologna ha raccolto 11.947 preferenze. Con 7.418 voti in provincia di Modena c’è l’ex presidente dell’assemblea legislativa, Palma Costi, quindi l’ex assessore Paola Gazzolo (6.003 voti a Piacenza). Spazio anche al futuro segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, eletto con 5.853 preferenze a Ferrara, e pure alla nipote dell’ex premier Romano Prodi, ossia Silvia Prodi, vicina a Pippo Civati, con 4.792 preferenze a Reggio Emilia.

QUALCHE SORPRESA TRA I DEM

Nella provincia storicamente più bersaniana, feudo di Errani, la palma di candidato del Pd più votato per una manciata di voti non va a una renzianissima della prima ora come Manuela Rontini da Faenza, vicina a Matteo Richetti e seconda con 5.639 preferenze, appena dopo l’ex sindaco di Fusignano Mirco Bagnari (5.753). Niente da fare invece nella circoscrizione bolognese per Fulvio De Nigris (2.678), il fondatore della Casa dei Risvegli di Bologna intitolata al figlio Luca, personalità molto conosciuta nel mondo del no profit, uno di quegli esponenti della società civile che avrebbero dovuto segnare il nuovo corso di Bonaccini.

IL NOME DI TERREMERSE

In consiglio regionale ci finisce anche un dipendente di Terremerse, la cooperativa agricola di Bagnacavallo (Ravenna) al centro dello scandalo costato la poltrona all’ex governatore Errani. Si tratta di Roberto Poli (5.435 preferenze), già sindaco di Casalfiumanese ed ex segretario della Cgil imolese, area Cuperlo, assunto nella coop poco prima di diventare amministratore comunale, non senza qualche polemica. In provincia di Forlì-Cesena la sfida interna ai dem tra i due omonimi, Paolo Zoffoli e Daniele Zoffoli, è vinta dal primo (7.100 preferenze), legato all’ex sindaco forlivese Roberto Balzani, mentre il secondo è rimasto fuori, ex segretario territoriale a Cesena.

NOVITA’ E CONFERME NEL CENTRODESTRA

La diatriba interna a Forza Italia a Bologna per conquistare l’unico seggio in palio è stata stravinta dall’ex An, il rottamatore di Fi Galeazzo Bignami che con 9.956 preferenze ha surclassato lo sfidante interno Michele Facci (2.430). A Piacenza per la Lega Nord l’ha spuntata il giovanissimo Matteo Rancan (4.515 preferenze), che con i suoi 23 anni è il più giovane consigliere regionale nella storia dell’Emilia-Romagna. Sotto i trent’anni anche l’unico eletto del Carroccio a Bologna, ossia Daniele Marchetti, 28 primavere e 1.621 preferenze. E’ il segretario della Lega Nord a Imola, ha fatto molto meglio dei colleghi bolognesi dove i padani hanno scontato le polemiche dopo la fuoriuscita dell’ex candidato sindaco Manes Bernardini. Da segnalare infine l’ormai storica battaglia interna al centrodestra riminese tra Marco Lombardi di Forza Italia, vicino a Gianpiero Samorì, che con appena 1.098 preferenze oltre a non tornare in consiglio regionale (c’è stato per tre legislature) si è visto superare anche dal rivale Gioenzo Renzi, prima nel Pdl poi in Fdi, non eletto nonostante 1.288 preferenze. Infine, restando a Rimini, balza agli occhi la chirurgica strategia del ticket messa in atto da due candidati (non eletti) di Ncd-Udc: Ada Di Campi ed Eraldo Giudici hanno raccolto rispettivamente 1.502 e 1.500 voti personali.



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