Se qualcuno crede che Salvini, dopo l’exploit elettorale di domenica scorsa, possa rappresentare la “salvezza” del centro destra, ritengo che stia prendendo un grosso abbaglio.
Berlusconi con il suo ben noto fiuto calcistico vede il giovane leader leghista come possibile centravanti di sfondamento con il Cavaliere nel ruolo di regista.
Passare dalla disillusione dello svanito sogno berlusconiano del ventennio (1994-2014) a una salsa mista di populismo malpancista, anti europeista e filo russa è un progetto politico di corto respiro.
In realtà, a quell’oltre metà di italiani che ha imparato a disertare le urne, servirebbe una ben diversa offerta politico culturale.
Con il terzo stato produttivo allo stremo, in preda alla disillusione, al disimpegno e alla latente voglia di rivolta sociale, non sarà sufficiente l’offerta di una ricetta riciclata ormai vecchia e stantia.
Serve una lettura critica di ciò che accade nel mondo e in Europa che, dall’avvento della globalizzazione e del finanz-capitalismo, è stata fatta sin qui dalla sola dottrina sociale della Chiesa.
Bisogna ripartire dai fondamentali principi della sussidiarietà e solidarietà che pongono al centro la persona, la famiglia e i corpi intermedi e ridare alla politica il compito di determinare i fini, quelli del bene comune, e, all’economia e alla finanza, quello di offrire gli strumenti atti al loro perseguimento, se si vuole costruire qualcosa di veramente solido.
E’ quanto con lucida analisi ha esposto ieri Papa Francesco al Parlamento europeo di Strasburgo lanciando il suo messaggio” di speranza e di incoraggiamento” a tutti i cittadini europei.
Tutto questo è nel DNA della migliore tradizione popolare sturziana e degasperiana italiana e in quella europea del Partito Popolare dei padri fondatori.
Nel Veneto stiamo seguendo con attenzione ciò che accade nella Lega.
Nel 2010 abbiamo sostenuto la candidatura vincente di Luca Zaia e crediamo sia opportuna la sua rielezione a condizione che si volti definitivamente pagina dall’indecorosa gestione del duo Galan-Chisso, mentre guardiamo con molto interesse alle posizioni del sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Sulla proposta della macroregione del Nord-Est, di cui discuteremo nel prossimo terzo seminario della scuola di politica popolare organizzato proprio a Verona dalla Costituente Civica e Popolare del Veneto, Sabato 20 dicembre p.v., ci confronteremo proprio con Tosi, Mario Mauro e con Reinhold Bloket, vicepresidente vicario del parlamento bavarese (CSU), al fine di acquisire utili elementi per la redazione in corso d’opera del “Manifesto dei Popolari del e per il Veneto”, con cui predisporremo la nostra partecipazione alle prossime elezioni regionali.
Ci solletica l’idea di concorrere a costruire insieme nel Triveneto quella vasta realtà sociale, culturale e politica che, fondata sulla migliore tradizione popolare, sappia concretamente tradurre nella città dell’uomo i principi di cui sopra e offrire finalmente al terzo stato una sicura rappresentanza politica, saldando l’equilibrio indispensabile per la democrazia tra i ceti medi produttivi e le classi popolari del Nord-Est.
Ettore Bonalberti