Il mito della precisione cinese svanisce, almeno qui in Italia. Sul dossier Ansaldo Breda, la controllata del gruppo Finmeccanica specializzata nei trasporti, i colossi cinesi si stanno caratterizzando per ondeggiamenti, precisazioni, annunci e smentite.
Nei giorni scorsi, dopo settimane in cui si parlava di una cordata di Pechino capeggiata dal colosso Cnr in simbiosi con Insigma, si è scoperto che Cnr si era sfilata del tutto del dossier e con tutta probabilità il partner Insigma restava in pista con altre società, come Xinzhu.
Ieri pomeriggio, però, da un lancio dell’agenzia Reuters si è appreso che “la cinese Insigma Technology ha diramato una nota per chiarire che non partecipa, a differenza di quanto fonti avevano detto la scorsa settimana, alla gara per la dismissione da parte di Finmeccanica dei suoi asset nel settore ferroviario, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts”. Non solo: nella nota si chiarisce che “Insigma non ha intenzione di partecipare alla gara neppure in collaborazione con Xinzhu Road & Bridge Machinery Co Ltd”.
Questa mattina, invece, sul Sole 24 Ore si legge: “In tandem con Insigma Xinzhu pronta a offerta vincolante”. Così il giallo più che diradarsi si infittisce. Che cosa è successo? Il giornalista del Sole 24 Ore, Gianni Dragoni, scrive: “Fonti vicine alla cordata cinese hanno precisato che le società operative del gruppo Insigma sono due e che quella interessata al Project, cioè all’Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, è l’altra controllata, la United Mechanical & Electrical Cp”. La cordata Isigma-Xinzhu, aggiunge il quotidiano di Confindustria, ha l’appoggio della China merchants bank. Dunque i cinesi puntano anche su Ansaldo Sts, il gioiello aziendale specializzato nel segnalamento ferroviario con rilevanti commesse negli Stati Uniti; motivi per cui il governo americano segue con attenzione mista a preoccupazione le mire di Pechino sulla società del gruppo Finmeccanica.
Appuntamento alle prossime notizie. E alle prossime rettifiche o smentite.