Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Giorgio Ponziano apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Oggi fischieranno le orecchie a Silvio Berlusconi. Al Marriott Grand Hotel Flora di Roma si riunisce la direzione Ncd che ratificherà l’abbraccio «fin che morte non ci separi» con l’Udc. E il nuovo raggruppamento sarà una zeppa posta nell’altalenante alleanza tra l’ex-Cavaliere e Matteo Salvini. Mai con la Lega, sarà il leit motiv della riunione, sul quale (anche) si fonda l’unificazione tra Ncd e Udc, incominciata con l’avvio dell’inter di unificazione dei gruppi parlamentari: «Sono in corso sia alla camera che al senato – dice una nota congiunta dei due partiti- le procedure per la costituzione dei gruppi unici di Area popolare, per i parlamentari è già possibile formalizzare la propria adesione. Il riferimento all’area popolare rappresenta l’auspicio che l’adesione vada anche oltre il perimetro dei ue partiti promotori».
I NUMERI
Lo zoccolo duro del nuovo gruppo sarà formato dai 31 senatori Ncd e dai 6 Udc oltre che dai 27 deputati Ncd e dai 4 Udc. Ma potrebbe aggregarsi anche qualche rappresentante di Scelta civica (26 deputati e 7 senatori), della galassia centrista, del gruppo misto.La nuova formazione aspira a giocare un ruolo non marginale nell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Anche in questo caso la strategia è relegare nell’angolo la Lega. Pierferdinando Casini, ex-democristiano (da 31 anni in parlamento) e cattolico di stretta osservanza, di Lega non vuole neppure sentire parlare: ciò che professa Salvini è lontano anni luce dall’essenza del pontificato di Papa Francesco. Da parte sua, Angelino Alfano non solo persegue una politica più moderata rispetto agli ukase di Salvini ma risulterebbe subalterno se non addirittura schiacciato da un’alleanza Berlusconi-Salvini. Perciò alla direzione odierna il convitato di pietra è proprio Berlusconi a cui Alfano dirà: se vuoi rilanciare Forza Italia e il centrodestra fallo con noi e lascia perdere la Lega. Una posizione che trova non pochi consensi anche all’interno di Forza Italia, tanto che dopo la battuta su Salvini centravanti del centrodestra, Berlusconi ha dovuto fare dietrofront.
DOSSIER REGIONALI
Il siluro che Alfano (con alle spalle Casini) invierà oggi contro la Lega oltre al cavallo di Troia dei forzisti guidati da Raffaele Fitto potrà contare sull’insperato successo alle elezioni in Calabria, dove Ncd e Udc si sono presentati assieme ottenendo quasi il 9%, una percentuale che è più di una spina nel fianco di Forza Italia in crisi. Infatti per il berluscone il rischio è che nelle sette regioni in cui si voterà in primavera il partito si ritrovi tra l’incudine della Lega e il martello del Ncd-Udc. Non è un mistero che molti elettori forzisti non gradiscano una Lega lepeniana e di lotta. Quindi potrebbero preferire chi la tiene a distanza. Il partito di Salvini sta diventando il grande moloch del centrodestra ed è su di esso che si infrangono gli ammiccamenti di Berlusconi verso il duo Alfano-Casini.
LA VISIONE DI ALFANO E QUAGLIARIELLO
«Gli ho impedito un errore fatale – dice Alfano – non voglio un ringraziamento ma nemmeno ho bisogno di perdono. Vogliamo fare la parte di un centrodestra riformatore: cambiare l’Europa, dare sicurezza ai nostri cittadini, difendere le donne. Una squadra con Salvini goleador non vince. Gli elettori di centrodestra non vogliono la Lega vincente in un centrodestra perdente«. Conferma il coordinatore nazionale del Ncd, Gaetano Quagliariello: «Salvini è una tentazione a buon mercato ma con lui al comando il centrodestra si condanna a minoranza».
COSA SI MUOVE IN UMBRIA
Quagliariello sta già lavorando alle candidature per le regionali: «Ho incontrato il sindaco di Assisi. Claudio Ricci, che proporrò alla direzione quale nostro candidato in Umbria. In Calabria vi è stato un metodo che va replicato perché ha dimostrato che quando si parte dalle proprie idee e dalla propria identità, gli elettori rispondono». L’ordine del giorno della direzione è esplicativo: «Costituzione dei gruppi parlamentari unici, processo di unificazione in un nuovo soggetto politico, scelte in vista delle regionali del prossimo anno».
LA DIATRIBA CON SALVINI
Dice Alfano: «Il cammino è già avviato. Una parte importante del nostro paese non vuole votare a sinistra e non vuole stare con la Lega, l’alleanza tra Ncd e Udc in Calabria (chiamata Alternativa popolare) si è dimostrata solida e costruttiva. Si tratta di proseguire su una strada risultata positiva. ll centrodestra non vincerà con un leader di destra estrema come Salvini, che non vuole l’Europa e vuole uscire dall’euro. Renzi lo sa bene e sta adottando Salvini come avversario».
IL NODO DELLA LOMBARDIA
Il Ncd si prepara a un infido attacco alla Lega: il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, deve dire se sta col barricadiero Salvini o coi moderati. Sì, perché in Lombardia il Ncd è alleato in giunta con la Lega. Dice Alessandro Colucci, consigliere regionale e coordinatore di Ncd Lombardia: «Siamo perfettamente d’accordo con il presidente Maroni: l’esempio di governo di regione Lombardia può essere la base su cui costruire una nuova alleanza di centrodestra. Ma Maroni non è Salvini, Maroni governa con Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia attorno ad un programma cui gli elettori lombardi hanno espresso la loro fiducia e che è fondato sulla continuità di un buongoverno ventennale, sulla sussidiarietà, sulla centralità della famiglia, sulle politiche d’innovazione e competitività del sistema economico lombardo. Tutto ciò ha nulla a che fare con la linea demagogico-populista di Salvini di una Lega antieuropea e sfascista».
LE DIFFERENZE FRA MARONI E SALVINI
Un appello a Maroni perché si opponga a Salvini. Però l’attuale segretario leghista sembra troppo lanciato per impensierirsi e proprio a Milano, il 13 dicembre, lancerà in una grande convention «la proposta – spiega- per una rivoluzione fiscale possibile: Flat Tax, aliquota fissa al 15% su quello che effettivamente si guadagna, non una lira in più. E i nostri numeri saranno veri, non come quelli di Renzi». Chissà come il Ncd digerirà la presenza di Maroni, che loro sostengono in giunta, a fianco di Salvini e di Mario Borghezio.
In effetti appare il contrario della coerenza la politica delle alleanze del Ncd: a Roma con Renzi e il Pd, a Milano con Maroni e la Lega. Tanto che Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d’Italia, punzecchia: «Per rifondare il centrodestra, Ncd esca dal governo Renzi e Forza Italia rinneghi il patto del Nazareno».