Grazie all’Accordo n. 6663 con gli Stati Uniti, 50 anni fa l’Italia, prima in Europa, avviava un’esperienza pioneristica per l’epoca, che ha consentito di mettere in orbita equatoriale i primi satelliti scientifici di produzione nazionale. In quegli anni, in cui nasceva anche l’Esa, si è dato avvio a una sorta di “rinascimento spaziale”, l’inizio di un rinnovamento culturale e scientifico che ha portato l’uomo a toccare confini inesplorati.
Cinquanta anni fa, sfiorare le orbite spaziali era una sfida relegata alla ricerca scientifica e un orgoglio da sfoggiare in ambito internazionale, oggi i servizi offerti dai satelliti sono parte della vita quotidiana. Servizi essenziali che spesso si considerano risorse universali, inesauribili e di cui spesso la società moderna sottovaluta l’assoluta dipendenza. Grazie a pionieri come Luigi Broglio, oggi “lo spazio è più vicino alla terra” e “il futuro della terra sarà sempre più legato al futuro dello spazio”.