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Stangata sulle partite Iva: è più grave la malafede o l’incompetenza?

Di seguito la lettera scritta da Angelo Deiana (CONFASSOCIAZIONI), Andrea Dili (Alta Partecipazione) e Anna Soru (Acta) pubblicata oggi sul Corriere della Sera in risposta alla lettera al Direttore del Consigliere Economico del Presidente del Consiglio, On. Yoram Gutgeld, del 23 dicembre scorso.

Caro Direttore,

scorrendo la lettera del consigliere economico del Governo Renzi, On. Yoram Gutgeld, pubblicata sul Corriere della Sera del 23 dicembre siamo rimasti stupiti dal leggere una significativa quantità di errori tecnici e sostanziali.

Affermare che la legge di stabilità non rappresenta una stangata fiscale per gli autonomi, senza indicare alcun dato a sostegno, appare solo l’estremo tentativo di salvare la faccia di fronte a una realtà opposta. Sostenere che il nuovo regime dei minimi eliminerà i registri contabili e consentirà l’accesso anche agli over 35 significa ignorare che  ciò è già consentito dall’attuale regime. Inoltre, parlare genericamente di partite iva in tale contesto è fuorviante, perché la manovra sui minimi concede ad artigiani e commercianti condizioni di accesso nettamente più agevoli rispetto a professionisti  autonomi e freelance.
Ci permetta, quindi, di rispondere alle parole con alcuni fatti:

è un fatto che il nuovo regime dei minimi potrà portare una minima convenienza rispetto al regime ordinario solo per quei  professionisti autonomi con compensi compresi tra 12.000 e 15.000 euro annui. In ogni caso con un aggravio d’imposta fino al 300% rispetto all’attuale regime dei minimi;

è un fatto che il nuovo regime dei minimi, come dimostrato dallo studio di Confprofessioni Lazio, porterà un aggravio fiscale fino al 500% sui professionisti under 40;

è un fatto che contrariamente agli ultimi due Governi, l’esecutivo Renzi consente l’aumento dell’aliquota contributiva dei professionisti iscritti alla gestione separata di 2 punti percentuali, mentre contestualmente si abbatte la contribuzione di artigiani e commercianti;

è un fatto che l’incremento della aliquota sui rendimenti delle casse di previdenza dei professionisti ordinistici (dal 20% al 26%) penalizzerà le pensioni degli attuali 30-40enni, già penalizzate dal passaggio al calcolo contributivo;

è un fatto che, se nella Legge di Stabilità non fossero state “asfaltate” le partite iva, lo stesso Presidente Renzi non  avrebbe “annunciato” un prossimo provvedimento ad hoc.

Di fronte a tutto questo affermare che “comunque nessuno pagherà più tasse” fa venire il dubbio se proprio chi è chiamato a compiere scelte così delicate, agendo sulle condizioni di lavoro e di vita delle persone, sia portatore della necessaria consapevolezza tecnica e sostanziale di ciò che si compie.

Angelo Deiana – Presidente Confassociazioni
Andrea Dili – Portavoce Alta Partecipazione
Anna Soru – Presidente Acta


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