Ultimo dei tre Paesi baltici, e diciannovesimo Stato membro dell’Unione, dal 1° gennaio 2015 la Lituania adotterà l’euro come valuta corrente.
Rispetto al tentativo infruttuoso del maggio del 2006, l’attuale adesione riguarda non solo gli aspetti economici e di sviluppo ma anche quelli di sicurezza. In Lituania l’euro simboleggia un maggiore radicamento a Occidente, in un periodo di forte pressione di Mosca sui Paesi baltici. Nella fase dell’invasione della Crimea e dei numerosi sconfinamenti aerei, la Nato ha rafforzato il programma di sostegno al pattugliamento aereo avviato nel 2004, il Baltic Air Policing, in cui saranno integrati, proprio dal 1° gennaio 2015, anche quattro Eurofighter Typhoon dell’aeronautica militare italiana.
Con un commercio quasi interamente rivolto all’Unione europea (e il 30% alla Russia, il calo fino al 20% in ragione delle sanzioni), l’introduzione dell’euro viene collegata a un’ulteriore aumento del commercio, all’azzeramento dei costi di cambio, dei fattori di rischio per l’oscillazione delle valute, e a una maggiore protezione rispetto a shock esterni. La stessa banca centrale potrà prendere a prestito denaro a un costo minore, con un tasso di interesse stimato in calo per lo 0,8%. I conti sono in ordine: il debito è appena sopra il 40% del PIL (41,6% previsto nel 2015), la crescita oltre il 3% (3,1% nel 2015 e 3,4% nel 2016).
In contrasto con l’immagine degradata dell’euro in Italia, solo l’otto per cento degli oltre 3 milioni di lituani è contrario all’ingresso nell’euro, secondo un sondaggio realizzato dalla Commissione ai primi di settembre. E’ un consenso che rafforzerà i dati positivi dell’Eurobarometro, che a ottobre 2014 rileva che nell’eurozona la maggioranza dei cittadini considera la moneta unica come una buona cosa: 53% a favore rispetto al 23% dei critici. Solo in due Paesi i contrari sopravanzano i favorevoli: appunto in Italia (43% a favore, 47% contrari) e a Cipro (42% rispetto al 46% di contrari). Persino in Grecia, nella fase di difficile voto per il Presidente della Repubblica e del successo di Syriza, i favorevoli all’euro restano la maggioranza (59% di favorevoli, 38% di contrari all’euro).
Fatti salvi i casi del Regno Unito e della Danimarca, che avevano concordato la loro esclusione dall’euro, l’adesione alla moneta unica è prevista per tutti Paesi membri dell’Unione che abbiamo raggiunto di requisiti fissati nel trattato di Maastricht. L’ingresso nell’euro è considerato infine un passaggio obbligato per il completamento del mercato unico europeo e l’applicazione dei principi di libera circolazione. L’Estonia aveva già adottato l’euro nel 2011 mentre la Lettonia lo usa dal 1° gennaio 2014. Sebbene non vi sia ancora un percorso formale in atto, il dibattito politico polacco conferma il prossimo avvio del processo di adesione alla moneta unica, mentre per esempio la Romania ha programmato una serie di misure per aderire nel 2019.
Sebbene le monete fossero già state prodotte in quantità sufficiente, è stato necessario completare la dotazione cartacea in Lituania con un prestito dalla banca centrale tedesca, che ha comportato la spedizione di 132 milioni di banconote, per un peso di 114 tonnellate, con tre voli svolti nei primi giorni di dicembre.