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La Germania oscura Pegida, il movimento anti-Islam

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescere veemente dei movimenti di estrema destra. La xenofobia, il razzismo, l’omofobia, il nazionalismo sono gli anti-valori che stanno riacquistando, purtroppo e drammaticamente, spazio nell’opinione pubblica dei paesi occidentali.

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, del nazi-fascismo ci eravamo illusi che la storia non si sarebbe ripetuta, ebbene oggi siamo di fronte ad un nuovo pericolo. Si ingigantisce di giorno in giorno, e seppur in vesti diverse, porta con sé gli orrori del passato.

In Germania si stanno muovendo in queste ore migliaia di persone in tante città tedesche, da Dresda a Berlino, passando da Colonia, sotto al motto “Wir sind das Volk“. Un tempo questo motto era espressione di libertà e riscatto all’epoca della caduta del muro di Berlino, è la stessa Angela Merkel, nel discorso di fine anno, ad ammonire i tedeschi: non fatevi ingannare da questo movimento. Non permettete che quel motto venga usato per diffondere rabbia e odio. Non era quello lo spirito da cui si è generato. Ed è così: “wir sind das Volk” è oggi usato contro gli stranieri e contro l’Islam in particolare. Il movimento PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes) sfila nelle città tedesche al grido di “la Germania deve restare tedesca”. Un chiaro richiamo agli orrori del passato. Su facedbook la pagina ha già superato i 100.000 I Like.

A Colonia è il Cardinale a decidere di spegnere le luci del Duomo, meta finale del corteo di razzisti, negando la “luce di Dio” a chi professa l’odio. Stesso copione a Dresda e a Berlino, dove le città hanno “oscurato” simbolicamente il movimento per simboleggiare la volontà di oscurare per sempre l’odio, la rabbia e il razzismo.

Il problema è che questi sentimenti sono diffusi e anche se la popolazione non supporta direttamente questi gruppi, solidarizza con loro. Ne comprende le motivazioni. Ecco, è questo che deve farci allarmare: questo è l’inizio di un percorso pericoloso.

Oggi abbiamo una responsabilità enorme: dobbiamo soffocare all’inizio ogni reflusso nazifascista, ogni sentimento di odio e razzismo. Questo è un imperativo categorico, non possiamo permetterlo, non qua in Europa.

 


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