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#JeSuisCharlie

Questa mattina Parigi è stata ferita in modo brutale. Tre terroristi al grido di Allahu Akbar hanno ucciso 12 persone innocenti e ferite almeno altre 5. L’attentato di matrice islamista è stato realizzato contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo. L’obiettivo era proprio il direttore del giornale e i vignettisti, colpevoli di aver offeso Allah con una vignetta.

Quello che deve essere chiaro è che i terroristi fondamentalisti che si richiamano all’Islam non sono l’Islam.

Leggo purtroppo troppi commenti, da parte di gente comune così come di commentatori e intellettuali (?) contro l’Islam, ossia contro una religione. Errore più grave non può essere commesso: questo atteggiamento, la generalizzazione indiscriminata, produce solo odio, rabbia e spinge coloro che già oggi si sentono emarginati, non rispettati o discriminati a non riconoscersi nei nostri ideali. Il movimento PEGIDA in Germania, contro l’Islam, è una dimostrazione di quell’intolleranza che noi, in quanto Europa, non possiamo permetterci.

All’odio e alla follia dei terroristi dobbiamo reagire tutti uniti e compattamente. Senza sconti di nessun genere. Con la massima severità e con la consapevolezza che abbiamo a che fare con gente che usa la religione come scudo e che costringe chi non la pensa come loro o alla schiavitù o alla morte. Ma l’Islam non è colpevole.

Dobbiamo fare attenzione a non legittimare i movimenti estremisti in casa nostra, poiché fomenteranno odio e rabbia. Non possiamo permetterci una caccia alle streghe nel nostro territorio, l’Europa dell’accoglienza, della libertà e della giustizia. Proprio questo evento drammatico e osceno ci deve far tenere bene a mente che noi non dobbiamo cedere a questo gioco sporco: non si uccide in nome di un credo, non si uccide per vendetta chi non ha colpa. Non deve nascere una guerra tra etnie e religioni in Europa.

Sento già le accuse che mi pioveranno addosso, ma non importa. La pace è il valore assoluto e abbiano noi, per primi, il dovere di garantirla a casa nostra. Dovrà essere fatto tutto il possibile per scoprire questi assassini e consegnarli alla giustizia non in nome di Parigi, non in nome della Francia, ma in nome dell’Europa unita e libera.

Poi è la prevenzione e il controllo a dover essere rafforzati. Temo una ricaduta in anni bui, quelli dell’odio etnico. Temo davvero il peggio.

Non mi sfugge affatto che questi fanatici siano sul nostro territorio. Che siano in grado di commettere atti così orribili. Non mi sfugge nemmeno che siano tutt’altro che sprovveduti assassini allo sbaraglio: sono formati, sono veloci, abili e dunque spietati e micidiali. Lo si è visto bene in questo video pubblicato su Huffington Post che avverto, è davvero cruento.

L’Europa sia unita oggi più che mai, perché la sfida che ha davanti è storica: difendere i valori dell’Europa, la libertà e la democrazia. Ma difendere in modo giusto, riconoscendo i veri colpevoli e senza fomentare odi e rancori verso chi, ripeto, non ha niente a che vedere con i terroristi e il fondamentalismo.

Auspico la pace, ne abbiamo dannatamente bisogno.



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