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Torna di moda il romanticismo musicale francese

Sta tornando di moda, anche in Italia, il romanticismo musicale francese. Poche settimane fa, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Antonio Pappano e Diana Damrau hanno presentato a Roma un’antologia che ha avuto un enorme successo. Il 18 gennaio, al Teatro dell’Opera di Roma Capitale, debutta Werther di Massenet che, a rigore, è un frutto del tardo romanticismo francese. La stagione 2013 -2014 de La Fenice è stata inaugurata da l’Africaine di “Giacomo” Meyerbeer che rappresenta una delle espressioni più alte e più note della scuola; nel 2005 sempre a La Fenice aveva riscosso enorme successo La Juive di Fromental Halévi, altro capolavoro del genere. Negli ultimi due anni, un altro frutto del tardo romanticismo francese, Les Contes de Hoffmann di Jacques Hoffenbach si è visto alla Scala ed in venti “teatri di tradizione” in quattro differente edizioni. E sempre alla Scala si è visto Les Troyens di Hector Berlioz, in versione integrale (sei ore).

Alla conoscenza e diffusione (non solo in Italia) del romanticismo musicale francese sta contribuendo una fondazione interamente privata, il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, che ha come vocazione la riscoperta del patrimonio musicale francese del grande Ottocento (1780-1920). Ricerca ed editoria, programmazione e diffusione internazionale di concerti, sostegno alla registrazione discografica, queste le principali attività del Palazzetto Bru Zane, il quale ha aperto le sue porte nel 2009. L’attività del Palazzetto Bru Zane declina nel loro complesso tutti i mestieri della musica:

Grazie a costanti indagini, la ricerca consente di riscoprire partiture dimenticate o inedite. Realizzata in partenariato con musicologi e presentata da istituzioni internazionali, privilegia il contatto diretto con i discendenti dei compositori ottocenteschi. L’attività scientifica si concretizza nell’organizzazione di convegni e giornate di studio, nonché nella digitalizzazione e catalogazione di preziose collezioni.

Giovani talenti vengono associati alla programmazione del Palazzetto attraverso progetti didattici e concorsi internazionali al fine di essere un trampolino di lancio per l’inserimento professionale. Attraverso questi progetti, i giovani artisti si confrontano con le realtà del mondo musicale contemporaneo, sviluppando al tempo stesso il proprio senso critico e la propria personalità: il contatto con opere per le quali non esiste ancora alcuna tradizione interpretativa li impegna a trovare in se stessi ispirazione e convinzione.

La scelta di contattare artisti di ogni paese per elaborare assieme a loro programmi attraenti e originali, rispettando al tempo stesso le specificità interpretative di ciascun musicista, consente al Palazzetto Bru Zane di ideare delle stagioni spaziando dalla musica da camera alle grandi opere sinfoniche e liriche. Ogni anno alcuni temi conduttori tracciano un panorama rappresentativo di un’epoca, di un genere musicale o dell’opera di un compositore sconosciuto. La diffusione internazionale dei concerti programmati dal Palazzetto allarga notevolmente il pubblico e le istituzioni culturali coinvolte, valorizzando contemporaneamente il lavoro degli artisti. I programmi “fuori città”, ideati in collaborazione con altre istituzioni, rafforzano e arricchiscono la rete dei partenariati dalla Cina al Canada e dal Libano fino ai paesi dell’Europa dell’Est.

L’attività editoriale consente di trasmettere al più ampio pubblico una conoscenza e un’analisi sempre più affinate del repertorio romantico. Grazie alla pubblicazione di testi scientifici e volumi tascabili, il Centro consente di condividere la riflessione di studiosi anche in ambiti diversi dalla musicologia: letteratura, arti dello spettacolo, storia dell’arte. In parallelo, l’edizione di partiture musicali, la maggior parte delle quali non sono mai state pubblicate, rende possibile la programmazione di opere rare e originali. Infine, un’intensa politica di registrazione discografica fissa l’esito artistico dei progetti sviluppati.

Situato nel quartiere San Polo, vicino alla Basilica dei Frari, il casino Zane, costruito tra il 1695 e il 1697, è stato per un secolo il luogo di svago del palazzo Zane, che si trova a pochi metri da quest’ultimo. Il palazzo principale – oggi la Scuola Livio Sanudo – e il palazzetto erano separati da un rigoglioso giardino alla francese. L’edificio adiacente al palazzetto corrispondeva in origine alla biblioteca, che oggi non esiste più allo stato originale. La sistemazione dell’interno, riccamente decorato, è attribuita al celebre stuccatore Abbondio Stazio e alla bottegha dello scultore Andrea Brustolon. Quest’ultimo, in particolare, ha inciso la balaustra di legno che si affaccia sulla sala da ballo. Gli affreschi sono stati recentemente attribuiti a Sebastiano Ricci.

L’attività concertistica e di teatro lirico non si svolge unicamente nel Palazzetto ma in vari luoghi di Venezia (ad esempio, la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista) e dintorni (il Politeama Rosselli di Trieste, il Teatro Comunale di Vicenza) ed altrove (dal Teatro dell’Opera di Versailles al Prinzregent Theater di Monaco all’Opéra Comique al Theater am der Wien di Vienna). In breve, un’attività culturale privata che ha base in Italia ma si irradia in tutta Europa.


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