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Che cosa sta succedendo nello Yemen

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Il leader del gruppo ribelle Houti, Abdel Malek al Huthi, si è rivolto ieri notte al presidente dello Yemen, sostenendo che farà di tutto per non mettere a rischio l’accordo di pace siglato lo scorso settembre, quando è stata presa la capitale, San’a’. Il discorso è andato in onda ore dopo che uomini di Huthi erano entrati nel palazzo presidenziale.

CONTRO IL DECENTRAMENTO

La rabbia degli Houti si è scatenata per la riforma costituzionale che prevede la creazione di sei nuove regioni per decentralizzare il potere nel Paese. La formazione Ansarullah (Sostenitori di Dio), che difende la minoranza sciita zaydi, ha il suo feudo al nord di San’a’ e con la riforma perderebbe l’accesso al Mare Rosso.

VECCHIA LOTTA

Quello di ieri è soltanto un altro episodio di una guerra che va avanti da oltre 10 anni. il ministro dell’Informazione dello Yemen, Nadia Sakkaf, ha ammesso che il Paese è nel caos totale. Il ministro ha confermato che nel conflitto sono coinvolti non solo i ribelli di Houti, ma anche quelli di Ansarullah e forze sostenitrici all’ex presidente Ali Abdala Saleh, che vorrebbero tornare al potere con le armi.

PREOCCUPAZIONE AMERICANA

Gli Stati Uniti aveva elogiato il modello di sicurezza yemenita, come ricorda oggi sul Corriere della Sera Guido Olimpio: Il presidente Barack Obama “mesi fa, per illustrare la sua tattica anti-Isis, aveva citato quanto fatto nello Yemen contro al Qaeda. Un mix di azioni ‘coperte’, incursioni di droni, aiuto all’esercito locale. Un successo, aveva detto il presidente. Ora lo Stato che domina l’ingresso meridionale del Mar Rosso rischia di non esserlo più, frantumato dalle molte guerre civili che si combattono sul suo territorio”. I seguaci di Osama Bin Laden si sono dimostrati tenaci e pericolosi.

TRA IRAN E ARABIA SAUDITA

Ma l’apprensione per la situazione dello Yemen va oltre. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha condannato gli scontri e ha lanciato un appello di cessate al fuoco alle forze di Al Qaeda e ai separatisti del sud.

Secondo Olimpio esiste c’è la convinzione che “l’Iran non si farà sfuggire l’occasione per allargare la sua influenza in un punto geografico strategico… La rivale Arabia Saudita è dall’altra parte del confine”. Inoltre, è ancora da chiarire del tutto il presunto collegamento tra i qaedisti yemeniti e il gruppo che ha compiuto la strage nella redazione di Charlie Hebdo.



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