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Chi è Salman bin Abdulaziz, il nuovo re dell’Arabia saudita

Svolta nella monarchia assoluta dell’Arabia saudita. Dopo un mese di ricovero in ospedale, ieri notte è morto a 90 anni il re Abdullah bin Abdulaziz dopo una pneumonia. A succedergli, secondo il regolamento vigente confermato dalla Corte reale con un comunicato, sarà il fratello Salman. Il fratello minore, Moqren bin Abdulaziz al Saud, è diventato il principe ereditario. La baia o cerimonia di insediamento del nuovo re è prevista per oggi, dopo l’ultima preghiera per Abdullah.

IL SUCCESSORE

Fratello del re Fahd, scomparso nel 2005, e fratellastro del re Abdullah, Salman è nato a Riad 31 dicembre del 1935. La sua formazione è stata affidata ai più qualificati ulema, i dotti musulmani di scienze religiose del Paese.

Salman bin Abdulaziz - Flick
Salman bin Abdulaziz – Flick

 

ESPERIENZA AMMINISTRATIVA

Come ricorda la Cbs, Salman è diventato principe ereditario nel giugno del 2012, dopo la morte di Nayef bin Abdelaziz, e oltre che ministro della Difesa. È stato anche sindaco di Riad tra il 1954 e il 1960 e governatore di Riad.

IL FILO UMANITARISMO

Impegnato in diverse cause umanitarie, dal 1956 Salman fa parte del comitato di sostegno per gli sfollati di terremoti e alluvioni nei Paesi arabi e non solo.

MONARCHIA ASSOLUTA

L’Arabia Saudita possiede il 26% delle riserve petrolifere del mondo ed è governata da un’unica famiglia, il clan Saud, dalla quale deriva il nome del Paese. È retta da una monarchia assoluta, con il re e la nobiltà familiare che esercitano il potere in maniera totalitaria, con pochissime aperture. Non esiste una divisione dei poteri e l’unica entità alla quale bisogna dare conto, al di fuori della famiglia reale, è Dio Allah. Nonostante l’amministrazione della giustizia abbia qualche spazio di autonomia, nella monarchia assoluta le regole e le sentenze dei tribunali possono essere cambiate secondo la volontà del re.

RICHIESTA DI CAMBIAMENTI

La popolazione non è soddisfatta e vuole, da anni, una riforma verso una monarchia costituzionale. Ma la vicenda non è semplice. Secondo l’Associazione saudita per i diritti civili e politici (Acpra), un tribunale saudita ha condannato a quattro anni e trecento frustate l’attivista politico Omar al Saeed. Sarebbe il quarto membro dell’associazione a finire dietro le sbarre per avere criticato la famiglia reale e denunciato la violazione dei diritti umani. Particolarmente critica è la condizione di discriminazione delle donne. Fino a qualche anno fa, le palestre erano autorizzate ad accettare donne. Ma dopo diverse leggi a sfondo islamico e divieti della polizia religiosa, la monarchia saudita ha vietato la pratica di qualsiasi sport per le donne.


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