Prosegue tra i giapponesi di Hitachi e i cinesi di Insigma la partita che ha in ballo due aziende del gruppo Finmeccanica. Se i giapponesi ora sono considerati favoriti, specie per rilevare Ansaldo Breda, il colosso cinese non demorde e ha ingaggiato uno studio legale di prim’ordine.
CINA VS GIAPPONE, MA A SPALLEGGIARE LA PRIMA ORA C’è DLA PIPER
Insigma è infatti assistita da Dla Piper, la società di consulenza internazionale che ha seguito Etihad nell’operazione di acquisto di Alitalia. Insigma, con il supporto di Bank of China e altre due banche, ha presentato l’unica offerta vincolante – da un miliardo e mezzo di euro – insieme alla garanzia di non licenziare nessuno dei 2500 dipendenti degli stabilimenti di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria. Ma l’accordo non è ancora cosa fatta. E i giapponesi di Hitachi, gli altri aspiranti compratori dei gioiellini italiani, sono considerati in pole position sarebbero ancora della partita.
PECHINO – ROMA, VIA NEW YORK
L’ingresso di Dla Piper, forte del precedente Alitihad potrebbe fare la differenza. Dla Piper conta 4.200 professionisti che operano in oltre 30 paesi, in Asia, Europa, Medio Oriente e America. In Italia lo studio è formato da 150 professionisti distribuiti nelle sedi di Milano e Roma. Gli stessi che hanno fatto da spalla a Etihad nell’operazione Alitalia. Come si apprende dal comunicato ufficiale, l’operazione fu seguita da “un team composto da oltre 50 avvocati operanti nelle sedi di Roma, Milano e del Regno Unito. Team coordinato dai partner Jon Hayes, Matteo Mancinelli e Michael Bosco”. Probabilmente gli stessi, che fanno capo alla funzione Corporate, che seguiranno Insigma nel suo affondo alla tecnologia ferroviaria italiana. Una mera ipotesi, visto che, contattati da Formiche.net, gli avvocati hanno preferito non commentare. Ma secondo il Sole 24 Ore, “l’uomo chiave nell’affondo di Insigma è Alan E. Calegari di Washington, già a capo di Union Switch & Signal, comprata da Ansaldo Sts, promotore fin da allora dell’entrata in Cina. Calegari è molto legato all’avvocato Alan D’Ambrosio di New York, partner dello studio legale Dla Piper, scelto recentemente per seguire l’intera operazione”. L’ingresso della Cina nell’hi-tech italiano passerebbe dunque da New York.