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Ucraina sull’orlo di una crisi (anche) economica

Per capire il perché l’Ucraina è precipitata nel conflitto con la Russia è utile guardare anche i dati socio-economici del Paese. Recessione economica, disoccupazione, inflazione e corruzione dilaniano la popolazione e spingono, forse, verso nuove alleanze.

INDICI ALLARMANTI

Nel 2014, la crescita economica dell’Ucraina è caduta dell’8%. Soltanto le attività in Donbass, zona occupata dai separatisti, rappresenta il 16% del Pil. C’è stata una forte svalutazione della moneta e le riserve sono passate da 35 miliardi a 10 miliardi. Secondo la Bbc, si stima che possano arrivare a 5 miliardi a marzo del 2015.

In questo caso l’Ucraina sarebbe di fronte ad una crisi economica molto peggiore da quella avvenuta in Russia nel 1998. Molte banche ucraine dovranno chiudere e il valore della moneta farà sfumare i risparmi dei cittadini.

NUOVO SALVATAGGIO

Il Fondo monetario internazionale ha annunciato oggi l’accordo di un nuovo piano di aiuti da 17,5 miliardi di dollari. In totale, l’Fmi e altre istituzioni internazionali forniranno a Kiev circa 40 miliardi di dollari in un periodo di quattro anni.

Ma il sostegno economico non è garanzia di una pronta ripresa. Questa è la quarta iniezione di denaro dell’Fmi all’Ucraina negli ultimi 10 anni. Come ricorda Giuseppe Sarcina oggi sul Corriere della sera, a marzo del 2014 il direttore del Fmi, Christine Lagarde, aveva firmato la concessione di un finanziamento per 15 miliardi che “si sono rapidamente polverizzati”. Secondo il Financial Times per salvare l’Ucraina servono almeno 27 miliardi di euro ed “Europa e Usa devono farsi carico della stabilizzazione dell’Ucraina, concedendo a Kiev tutte le risorse che occorrono”.

SPESE MILITARI

Un editoriale del New York Times dice che occorre una nuova strategia per i negoziati nel conflitto ucraino e la ricerca passa per i conti: “L’Ucraina è a pezzi e non ha mezzi militari per tenere testa ai separatisti appoggiati da Mosca”. Nel 2014 lo Stato ucraino ha speso circa tre miliardi di dollari nel settore militare e quest’anno l’investimento potrebbe superare i sei miliardi.

CONTI DA PAGARE

Nonostante il rallentamento economico, Kiev dovrà stanziare lo stesso miliardi dollari per pagare i prestiti internazionali, comprare gas e sostenere la moneta. Per Alexander Valchyshen, responsabile della ricerca del fondo di investimenti Investment Capital Ukraine, “ogni mese, ogni settimana, il governo sta perdendo soldi… Un governo che non ha soldi nelle sue casse si trova ad affrontare una situazione disperata”.

Inoltre, lo scontro con la Russia ha aggiunto alle spese il rimborso (senza sconti) dei debiti con Gazprom: l’anno scorso Kiev aveva pagato 1,4 miliardi di dollari e ora deve sommare altri 2,03 miliardi di dollari.

EMERGENZA UMANITARIA

Il Ministero delle Politiche sociali ucraino ha avvertito che ci sono circa un milione di sfollati a causa del conflitto con la Russia. Nel 2014, altri 600mila cittadini ucraini hanno chiesto asilo o si sono cercati altri mezzi legali per vivere in Russia, Bielorussia, Moldavia, Polonia, Ungheria e Romania. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati “al governo ucraino preoccupa soprattutto la popolazione che è nella zona di conflitto e sotto bombardamenti. Non ci sono le condizioni per accogliere gli sfollati”.

MALI NECESSARI

Olexander Danylyuk, capo del Consiglio della riforma in Ucraina e assessore del presidente Petro Poroshenko, ha detto alla Bbc che comprende la paura degli ucraini di fronte ai debiti che si stanno accumulando nei confronti delle istituzioni internazionali: “Alle persone non piacciono i tagli e le riforme che dovranno essere fatti per accedere ai finanziamenti. Ma non possiamo evitare il dolore in questo momento. Non abbiamo un’altra scelta, non abbiamo tempo”.

I creditori dell’Ucraina sostengono che Kiev deve dimostrare l’impegno a ridurre corruzione, burocrazia e la spesa pubblica. Oltre alla carta diplomatica giocata oggi a Minsk, l’Occidente dovrà sostenere economicamente l’Ucraina per scongiurare la guerra e non perderla.



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