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Che succede tra Sace e Cdp?

Le perplessità che finora erano state tenute sotto traccia, si sono “rivelate” addirittura in Parlamento.

L’AUDIZIONE

Oggi infatti il presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, in audizione alla Camera sul decreto banche e investimenti (“Investment compact”) – che interessa anche l’operatività di Sace (gruppo assicurativo-finanziario attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, controllato al 100% da Cdp) – ha sottolineato tra l’altro che da questa settimana è operativa la norma che consente di “fare credito all’export anche alle imprese che non hanno la garanzia Sace, ma di altre agenzie”.

LE NOVITA’ PER SACE

La Sace, ha ricordato oggi l’inserto Affari&Finanza del quotidiano la Repubblica, “con l’ultimo decreto legge del governo è infatti autorizzata a diventare anche istituto di credito, aggiungendo questa funzionalità a quella classica di assicurazione all’export”. L’ad di Sace, Alessandro Castellano, “corona così il suo sogno – ha scritto Adriano Bonafede di Repubblica – di costruire un soggetto che opera a 360 guardi per aiutare le imprese a esportare beni e servizi o ad ampliarsi comunque all’estero”. Tuttavia, ha scritto Repubblica, “non sembra che questa mossa sia maturata né a livello di Cassa depositi e prestiti né del ministero dell’Economia né della Banca d’Italia”. Dunque, è farina del sacco di Palazzo Chigi.

LE PAROLE DI BASSANINI e GORNO TEMPINI

Sulla trasformazione, prevista dal decreto “Investment compact”, di Sace anche in banca, Bassanini nel corso dell’audizione parlamentare odierna ha detto che “bisogna valutare bene alcune possibili criticità: se sia compatibile con l’attuale normativa Ue sugli aiuti di Stato la compresenza dentro lo stesso soggetto dell’attività di garanzia all’export con la controgaranzia dello Stato e attività di credito, e il problema delle regole della concorrenza”. Inoltre, ha osservato anche l’ad di Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, “ci sono importanti competenze, e all’interno del gruppo si può trovare una soluzione. Noi abbiamo sviluppato le nostre competenze sul credito, insieme a Sace si può fare un servizio ancora migliore a supporto export, con un veicolo dedicato o una migliore allocazione competenze all’interno del gruppo». Già “da qualche tempo – ha aggiunto Bassanini – abbiamo posto al governo e a Bankitalia l’ipotesi di riforma del sistema sostegno all’export, e un possibile modello è quello francese o tedesco”.


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