Questa sera al ministero dello Sviluppo economico, i vertici del dicastero, di Finmeccanica e di Hitachi illustreranno dettagli e finalità dell’operazione che è stata comunicata questa mattina, confermando le indiscrezioni di 24 ore prima di Formiche.net.
Dunque il gruppo giapponese Hitachi ha vinto la concorrenza di cinesi di Insigma per rilevare da Finmeccanica le società attive nei trasporti Ansaldo Breda e Ansaldo Sts.
In Borsa il titolo Sts (di cui Finmeccanica possiede il 40%) ha compiuto un bel balzo in apertura, facendo segnare un +6,85%, a 9,44 euro. Il titolo si è avvicinato così al prezzo dell’Opa che Hitachi deve lanciare a 9,65 euro per azione in seguito all’acquisto da Finmeccanica del 40%. Si tratta, hanno notato gli analisti di Equita Sim, di un valore superiore a quanto la stampa ha recentemente anticipato. E molto superiore sia al prezzo attuale che a medie passate, notano addetti ai lavori al corrente del dossier.
D’altronde l’impatto economico della vendita di Breda e di Sts è positivo per i conti del gruppo capitanato dall’amministratore delegato, Mauro Moretti: per effetto della vendita, il debito netto del gruppo Finmeccanica a fine 2015 si ridurrà di circa 600 milioni di euro, con una plusvalenza netta complessiva pari a circa 250 milioni di euro, ha sottolineato la società di Piazza Monte Grappa.
Inoltre il gruppo partecipato dal ministero dell’Economia e presieduto da Gianni De Gennaro prosegue così nella strategia di focalizzazione su due settori fondamentali: difesa e spazio. Il comparto dei trasporti, dove operavano sia Ansaldo Breda (con un conto economico non esaltante), attiva nella produzione di Frecciarossa, treni regionali e metro, e il gioiello tecnologico e industriale Ansaldo Sts (specializzato nel segnalamento ferroviario con commesse in tutto il mondo), non era considerato più da tempo nel perimetro industriale del gruppo.
Non è un caso che, come ricorda oggi Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore, la giapponese Hitachi era di sicuro più interessata a Sts che a Breda. Per agguantare Sts, i giapponesi hanno dovuto acquisire anche Breda.
Ma perché Finmeccanica ha preferito i giapponesi ai cinesi che, a differenza dei costumi abituali, si sono rivelati nelle scorse settimane piuttosto scalpitanti anche a livello mediatico?
Le ragioni sono diverse.
Perché l’offerta di Hitachi è stata considerata più solida industrialmente. Un paio di numeri sono emblematici: il gruppo Hitachi fattura nel complesso 70 miliardi di euro, contro i 3,5 miliardi di cinesi di Insigma.
Perché l’offerta dei cinesi seppure spumeggiante non è stata ritenuta, con tutta probabilità, finanziariamente sostenibile, nonostante il sostegno di istituti di rilievo di Pechino. Non solo: “Era realmente più completa di quella dei cinesi che invece era un po’ confusa”, dicono fonti del vertice.
Perché l’operazione ha avuto 3 advisor unanimi, tra cui uno al servizio dei consiglieri indipendenti, sia di minoranza che di maggioranza
Perché Hitachi, secondo la ricostruzione di Formiche.net, ha un’affidabilità “occidentale” maggiore rispetto ai cinesi: le attività e le commesse di peso che vanta Ansaldo Sts negli Stati Uniti avevano da tempo fatto mugugnare ambienti governativi e finanziari americani su un’eventuale acquisizione da parte di un colosso cinese. Non solo: un altro shopping di rilievo in Italia da parte di Pechino, dopo la sequela di operazioni già chiuse nel nostro Paese come quella strategica di State Gride of China in Cdp Reti che detiene le quote di controllo in Snam e Terna, poteva essere considerato eccessivo anche dal governo Renzi che pure non ha ostacolato, anzi, l’operazione Cdp Reti. Mentre ora l’esecutivo gongola per la prima, vera, privatizzazione dell’era Renzi supervisionata anche dai consiglieri di amministrazione liberisti di nomina governativa che hanno fatto felice il mercato degli investitori.