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Quanto è liberale il programma di Tsipras?

Alla fine delle lunghe notti di Bruxelles non sorge sempre il sole. Specialmente a febbraio, quando l’alba è di solito nebbiosa e piovosa. Lo era anche alle 16 del 24 febbraio quando l’Eurogruppo ha approvato il programma presentato dalla Grecia.

Se non sorge sempre il sole, cosa si fa dopo giornate (e nottate) di negoziati? Prima di andare a riposare, gli eurocrati usano andare a “La Morte Subite” (un nome che è tutto un programma), una birreria aperta nel 1910 ubicata nel centro storico che è diventata ora ristorante di lusso. Lì si tracannano birra ed alcol più pesanti (oltre che vini di pregio) sino alle ore piccolissime.

L’ULTIMA PAROLA (TEDESCA)

La sera del 24 febbraio il commento più frequente era, in toni un po’ sprezzanti, “il nouveau bail à court terme avec la Grèce”, letteralmente “il nuovo contratto di locazione a breve termine con la Grecia”. Si sotto-intendeva che era stato firmato per stanchezza, che comunque alcuni Parlamenti nazionali (specialmente quello tedesco) hanno l’ultima parola, che Tsipras non riuscirà a tenere gli impegni con il resto dell’eurozona e, al tempo stesso, mantenere tranquillo il fronte interno.

IL RUOLO DI RENZI

E’ noto che il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, spesso al telefono con Angela Merkel nel corso della mattinata del 24 febbraio, è stato il vero mediatore “dietro le quinte”. Non si deve, però, a Renzi (la storia non è mai stato il suo forte) che Alexis Tsipras abbia articolato il programma alla base del nouveau bail in 14 punti come quelli pronunciati da Woodrow Wilson al Congresso americano nel discorso fondatore della Società delle Nazioni oppure quelli del Trattato di Versailles. I “14 punti” hanno avuto effetto sui diplomatici che accompagnano i ministri dell’Eurogruppo.

QUATTORDICI PUNTI DI TSIPRAS 

I 14 punti di Tsipras sono sintetizzati in sei cartelle e si dividono in quattro parti: politiche fiscali e di bilancio, stabilità finanziaria, politiche per promuovere la crescita e politiche per fronteggiare la “crisi umanitaria”. In materia di politiche fiscali e di bilancio la Grecia si è impegnata a riformare l’Iva con una “razionalizzazione delle aliquote per massimizzare l’attuale livello di entrate senza un impatto negativo sulla giustizia sociale con l’obiettivo di limitare le esenzioni ed eliminando sconti non giustificati”. Sarà introdotta una definizione più ampia del reato di frode ed evasione fiscale per eliminare l’immunità fiscale, una legislazione sul trasferimento dei prezzi infragruppo e misure per “creare una nuova cultura del rispetto degli obblighi tributari in modo equo per assicurare che tutti i settori della società, specialmente le fasce di popolazione a più alto reddito ed a maggiore stock di ricchezza, contribuiscano in modo adeguato al finanziamento delle politiche pubbliche”. Per sostenere una migliore amministrazione tributaria, l’attuazione della legge di bilancio sarà migliorata e chiarita anche per quanto concerne il sistema delle verifiche e le procedure di pagamento saranno modernizzate e accelerate. L’intero sistema di controllo e amministrazione finanziaria sarà razionalizzato, attribuendo poteri investigativi forti al segretariato generale delle entrate pubbliche e aumentando le ispezioni e l’audit basato sul rischio.

GLI IMPEGNI DELLA GRECIA

La Grecia si impegna a effettuare una spending review nel settore pubblico “identificando risparmi in ogni ministero e razionalizzando le spese non salariali e non pensionistiche che attualmente assommano al 56% del totale della spesa pubblica”. La spending review sarà effettuata anche sulle spese per benefit non salariali nel settore pubblico. Per la sanità si prevede “il controllo della spesa e il miglioramento dei servizi medici garantendo contemporaneamente l’accesso universale”. Per le pensioni si punta a uniformare il sistema “eliminando gli incentivi a un eccessivo ritiro anticipato dal lavoro” specialmente nel settore bancario e nel pubblico. Inoltre, il governo si impegna a “stabilire un collegamento più stretto tra contributi pensionistici e reddito, rafforzare gli incentivi a dichiarare il lavoro retribuito, fornire assistenza mirata agli occupati tra 50 e 65 anni per eliminare la pressione sociale e politica per il pensionamento anticipato”. Solo due dei 14 punti riguardano “il sociale”: estensione del salario minimo (ma “su ammontare e tempi”, l’Unione europea sarà consultata, si legge nel documento) e buoni pasto-energia e sanità per i poveri. Le esenzioni verranno sostituite con misure sociali e si punta ad “assicurare che tutte le aree della società, specialmente le benestanti, contribuiscano equamente” alla spesa. Atene si impegna inoltre a far sì che gli interventi a contrasto della “crisi umanitaria” non abbiano “effetti fiscali negativi” e “ad avere banche che siano gestite sulla base di solidi principi bancari e commerciali”.

L’ECONOMIA DI CUI NESSUNO PARLA

Pochi giorni prima dei 14 punti di Alexis Tsipras mi è giunto il volume di Enrico Colombatto “L’economia di cui nessuno parla: Mercati, Morale e Intervento Pubblico” pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni (IBL). Colombatto è noto per essere uno degli economisti più free marketers in Italia, dove dagli Anni Trenta l’intervento pubblico ha dominato anche il pensiero economico. L’IBL è visto come un covo di liberisti indefessi. Eppure con il loro accento sul neo-contrattualismo rawlsiano (John Rawls era un vero liberale), con l’enfasi sul concentrare il sociale sui “poveri tra i poveri” e di fare funzionare al meglio il mercato, sembra quasi che Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis abbiano letto (e meditato) le 400 pagine di Colombatto. Tanto il programma sembra ispirato a una filosofia economica analoga alla sua. Un buon segno? Oppure un’astuzia? Il nouveau bail à court terme.


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